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lunedì 29 settembre 2008

Prc, Ferrero: Vendola mente per delegittimarci.

(Il Messaggero) «Restaurazione comunista? Ma quando mai»: il segretario del Prc, Paolo Ferrero, reagisce alle critiche piovutegli addosso da Nichi Vendola, che ha minacciato di essere pronto a lasciare il partito se non sarà modificata la linea «veterocomunista» uscita vincente dall'ultimo congresso nazionale. Ferrero si difende sostenendo che gli uomini della minoranza di Vendola «invece di lavorare per il rilancio di Rifondazione lavorano a raccontare falsità ». «Ci descrive come trinariciuti pazzoidi - dice Ferrero di Vendola - per delegittimare Rifondazione e poter proporre come soluzione l'unità della sinistra, cioè una sinistra moderata ala esterna del Pd».

Il rimprovero principale che Ferrero fa alla minoranza è di «non capire che il Pd non ha nulla a che vedere con la sinistra», perché ha abbandonato la difesa degli interessi di classe. Ferrero nega di volere la «costituente comunista», ossia l'unità con il Pdci di Diliberto: il documento congressuale, sottolinea, non ne parla. Quanto alle alleanze per le europee, Ferrero invita a parlarne a febbraio: parlarne ora, senza sapere con quale legge si voterà, «sarebbe demenza politicista».

Infine, il problema di Liberazione. Ferrero conferma la gravità della situazione e risponde duramente al direttore Sansonetti, imputandogli una buona parte della responsabilità della crisi: dei quattro milioni di passivo del giornale, afferma, «due sono al netto della sciagurata legge sull'editoria. Io sono assolutamente contrario all'idea di liquidare Liberazione, sono per rilanciarla, ma questo vuole dire fare un piano editoriale che permetta di vendere più copie e avviare una ristrutturazione in modo da ridurre i costi».