banda http://blografando.splinder.com

venerdì 7 marzo 2008

Paola Concia: “Io, omosessuale catapultata nella Puglia della tolleranza”.

Paola Concia, manager romana e portavoce del tavolo dei gay per il Pd, correrà alla Camera in decima posizione.
(Giovanna Vitale - La Repubblica edizione Bari) «Catapultata sì, raccomandata no». Paola Concia, 44 anni, manager pubblica e portavoce del tavolo nazionale degli omosessuali del Partito democratico (Pd), vive con un po’ di disagio le polemiche scatenate in queste ore intorno alla sua candidatura alla Camera in decima posizione.
Eppure era inevitabile, non crede? In fondo nessuno la conosceva, prima che Roma la imponesse alla Camera in Puglia.
«Il fatto di non avere un legame con questo territorio non significa che io venga dal nulla. Dopo il liceo sono fuggita da Avezzano, dove sono nata, e sono arrivata a Roma, città capace di accogliere e non discriminare gli omosessuali. Sono entrata nel Pci nel 1982, ho attraversato tutte le fasi di trasformazione del partito fino all´approdo democratico, di cui condivido a fondo la posizione di dialogo e di mescolanza fra laici e cattolici».
Ci spiega allora com´è nata la sua candidatura?
«Da una richiesta del tavolo degli omosessuali del Pd, che ha sollecitato Veltroni a far spazio a una nostra rappresentanza. La proposta comprendeva me, Andrea Benedino, che è l´altro portavoce del tavolo, e Sergio Lo Giudice, presidente onorario dell´Arcigay. Il regolamento del Pd prevedeva che alcune candidature sarebbero state espresse in sede nazionale: io sono una di queste, ma non ho alcuna intenzione di venire in Puglia per prendere i voti e poi scappare».
Ma perché proprio in Puglia?
«Questo non lo so. L´unica cosa che so è che è stato Nicola Latorre a suggerirlo. Lui mi stima molto. Non siamo amici d´infanzia, credo piuttosto che condivida le battaglie sui diritti che ho sempre portato avanti con forza e convinzione».
Però la sua candidatura ha portato all´esclusione di altri esponenti locali del Pd e della società civile.
«Guardi, io non ho chiesto niente, né dove né in che posizione essere candidata, mi sono messa semplicemente al servizio del Pd. Perciò spero di non essere vissuta come una catapultata. Anzi: considero questa un´occasione per occuparmi della Puglia. L´estate scorsa mi è capitato di trascorrere tutta la convalescenza della mia malattia nel Salento: ho affittato casa nel centro di un piccolo paese, sono rimasta tre settimane, da sola, e sono stata benissimo. Mi sono sentita accolta, reduce da un tumore, non è stato facile, ma il clima di solidarietà mi ha aiutata molto».
Lei, che è una omosessuale dichiarata, è stata candidata nella Regione governata da Vendola. Secondo lei perché?
«Non c´è dubbio che in Puglia, grazie a Nichi, la battaglia degli omosessuali ha avuto un impatto enorme sotto il profilo simbolico. È una delle regioni più all´avanguardia in Italia. L´ha dimostrato eleggendo un omosessuale: ha saputo andare oltre, far diventare la diversità una ricchezza».
Quali sono i suoi programmi?
«Arrivo domani (oggi per chi legge) per l´apertura della campagna elettorale. Sarò accanto a D´Alema e, come ho già detto a tutti quelli che mi hanno chiamata, da Emiliano in giù, sono a vostra disposizione. La mia chiave è che i diritti civili fanno crescere il Paese. Come sostiene anche Nichi: i territori che includono le donne, i giovani, gli immigrati, gli omosessuali portano sviluppo non solo dal punto di vista sociale, ma economico. Gli indici di crescita dei territori sono legati all´inclusione, alla tolleranza. Ecco perché sono contenta di essere stata candidata in Puglia, che è già un grande laboratorio di questa idea».

Gianfranco Fini e Famiglia Cristiana si scrivono.

Fini: "Dal Pdl il rilancio della famiglia e la tutela della vita da ogni aggressione". Don Sciortino: "A quando una vera politica per la famiglia?".

Caro Direttore, concordo con Lei quando osserva che "gli elettori del Pdl, soprattutto quelli cattolici, hanno tutto il diritto di sapere cosa pensano i propri candidati – e non solo il Capo - su aborto, testamento biologico, coppie di fatto (…)". Vorrei dirle subito però che il diritto di sapere riguarda tutti gli elettori, inclusi quelli che non fanno riferimento ad alcuna confessione. Vita, famiglia, educazione sono questioni laiche sulle quali convenire, in adesione a dati di realtà, a prescindere dalla vicinanza alla religione. Riconoscere che l’essere umano è tale dal concepimento non richiede un atto di fede, basta un’ecografia; questo riconoscimento non comporta l’abrogazione della 194 o il ripristino delle norme a essa antecedenti: deve invece indurre a un impegno, anzitutto finanziario, trent’anni dopo l’approvazione di quelle disposizioni, teso a prevenire l’aborto, così come formalmente prevede la stessa 194, con l’indicazione di concrete alternative per la donna che ha difficoltà. Ribadire che il matrimonio è l’unione fra un uomo e una donna, derivante dalla reciproca assunzione di doveri e di diritti, è constatare quello che accade da sempre, in ogni ordinamento, prima che il Cristianesimo conferisse al matrimonio la forma del sacramento. Aggiungere che tale unione deve incontrare favore, e non ostacoli, da parte delle istituzioni, soprattutto quando la famiglia si apre ai figli e mantiene al proprio interno gli anziani, equivale a una scelta strategica che oltrepassa il confine del singolo nucleo familiare, proiettandosi sul futuro di una nazione, la nostra, che patisce più di altre il calo demografico. Affermare che qualunque droga fa male, che ne va scoraggiato l’uso, che va incrementata la prevenzione e che vanno potenziati i percorsi di recupero, con l’applicazione effettiva della legge che porta anche il mio nome, significa essere convinti che l’integrità della persona è il presupposto di una sana convivenza. Infine, ricordare che il titolare del diritto a educare non è lo Stato, bensì i genitori, equivale a porsi nel solco della Costituzione, allorché, all'art. 30, pone in capo al padre e alla madre, e non allo Stato, il "dovere e diritto" di "mantenere, istruire ed educare i figli".

Su questi temi nella Legislatura 2001-2006, con il Centrodestra al governo, sono state fornite risposte chiare, nei limiti della compatibilità finanziaria, in una fase di recessione e di difficoltà economiche. Sugli stessi temi nella Legislatura appena conclusa il Centrodestra ha impedito che fossero portati a compimento quegli attacchi che cadono sotto il nome di testamento biologico (espressione adoperata finora, nei progetti presentati, per mascherare l’eutanasia), di pacs-dico, di legalizzazione di droghe a torto definite leggere, di norme c.d. antiomofobia, oggettivamente lesive di una sana pedagogia.
Il Pdl intende porre nel cuore della politica, e quindi anche del dibattito della campagna elettorale in corso, il necessario rilancio della famiglia e la tutela della vita da ogni aggressione che la minacci. Lo ha già fatto in modo chiaro, individuando in ciò che ruota attorno alla famiglia uno dei punti qualificanti del programma, la sua "seconda missione". Riprendo dal testo del programma medesimo:

  • introduzione graduale e progressiva del quoziente familiare", per adeguare il rapporto tra fisco e famiglia alla effettiva consistenza di quest’ultima, alle sue necessità, ai problemi che la riguardano (presenza di disabili o di anziani non autosufficienti);
  • rilancio del ruolo di prevenzione e di assistenza dei consultori pubblici e privati per garantire alternative all'aborto per la donna in difficoltà": non faremo comizi contro la 194, ma ci interessa che colui al quale la gestante che ha problemi si rivolge non si limiti a consegnare il certificato per abortire, ma informi sui diritti derivanti dalla gravidanza, indirizzi verso soluzioni effettive (avendo gli strumenti per farlo), aiuti a far nascere il bambino;
  • parità di scelta fra scuola pubblica e scuola privata";
  • esclusione di ogni ipotesi di leggi che permettano o comunque favoriscano pratiche mediche assimilabili all'eutanasia".
Non si tratta di affermazioni generiche, ma di voci espresse in termini inequivocabili, sottoscritte e in quanto tali per tutti noi del Pdl impegnative nella forma e nella sostanza.

Gianfranco Fini
Presidente di Alleanza nazionale


Questa la replica del direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino.

"Prendiamo atto degli impegni che Gianfranco Fini, Presidente di Alleanza Nazionale, assume sui temi della vita, la scuola e la famiglia. Verificheremo nei fatti e nella sostanza che per tutto il Popolo della libertà non si tratti, ancora una volta, di affermazioni generiche, sia pure ben espresse in termini inequivocabili. Al di là delle lodevoli intenzioni, la storia di questi anni ci insegna che c’è sempre una "buona" ragione, come "i limiti della compatibilità finanziaria", per giustificare il venir meno ai solenni impegni assunti in campagna elettorale. Si sono succeduti i Governi, ma finora, alle famiglie, soprattutto con figli, sono stati dati solo aiuti sporadici e insufficienti, quasi un’elemosina per sopravvivere. Se è vero che i figli sono il futuro e la speranza del Paese, quando potremo avere una vera politica per la famiglia, degna di questo nome, cioè seria e organica come in Francia e in Germania ad esempio, che non sia frutto solo di scelte improvvisate?"..

(Il Direttore)

Grillini sindaco. Disperata utopia.

(Queerworld) L'Arcigay nazionale ed il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma esprimono la propria solidarietà all'Onorevole Franco Grillini del Partito Socialista, già presidente onorario di Arcigay, per la sua candidatura a sindaco di Roma (insieme a Gianni Alemanno di AN come rappresentante del Popolo delle Libertà e a Francesco Rutelli per il Partito Democratico).
Aurelio Mancuso, Presidente nazionale Arcigay, afferma che la propria associazione "esprime pieno appoggio alla battaglia di Franco, che ha come primo obiettivo di dare voce a tutti quegli elettori che vogliono esprimere un voto per un candidato sindaco concretamente impegnato nelle battaglie di laicità e di libertà."
Rossana Praitano, Presidente del C.C.O. Mario Mieli, dichiara, riguardo a Grillini, che "le sue indubbie capacità , l’impegno profuso a tutti i livelli durante la sua attività parlamentare, la sua personale coerenza politica rispetto al tema della laicità, nel quale rientra a pieno titolo anche la questione glbt, rendono la sua candidatura assai rilevante e riaprono senza se e senza ma nuove prospettive nelle elezioni amministrative della Capitale."
Se il Paese, o almeno Roma, funzionasse secondo i bisogni innocui dei propri cittadini, le cose sarebbero diverse. Durante la primavera del 2007, già nel primo dei tre mesi disponibili per la raccolta firme, 3000 cittadini romani si sono dichiarati favorevoli ad un registro per le unioni civili nel Comune di Roma. Alla fine della campagna, le firme superavano le 10.000 unità (ne sarebbero bastate anche 4000). Il Consiglio Comunale venne dunque chiamato a pronunciarsi sull'istituzione del registro. Risultato: l'allora Sindaco Walter Veltroni, a due settimane dal voto del Comune, andò a trovare il Segretario dello Stato Vaticano Tarcisio Bertone, che lo esortò a non approvare la mozione. Veltroni obbedì.

Ergo: Franco Grillini non vincerà le elezioni come sindaco di Roma.
---

Roma. Grillini contro tutti laicamente.
(River-blog) Franco Grillini, parlamentare socialista, ha presentato, poco fa, la sua candidatura a sindaco di Roma. I sondaggi, per ora, lo danno al 2% scarso. Confesso che non ho mai creduto alle candidature perse in partenza: che senso hanno? Ma in questo caso Grillini ha fatto bene, perché vuole lanciare un chiaro e netto messaggio di laicità, marcando la sua differenza rispetto agli altri candidati (dal centrodestr al centrosinistra). In una conferenza moderatamente affollata, Grillini ha attaccato, anche pesantemente, tutti gli altri candidati: “Rutelli? Inaffidabile. Alemanno? Un ex fascista”. Ancora: “Non posso accettare che i romani siano costretti a scegliere tra un sindaco papista e un ex fascista, tra l’opus dei e i clerico-fascisti“. Ma le parole più dure sono state per Rutelli: “Vorrei ricordare che è stato l’artefice della svolta anti-socialista e clericale del Pd. Da sindaco, nel 2000, ritirò il patrocinio al Gay Pride”. Per quanto riguarda le proposte, Grillini ha lanciato il programma delle “3T”: Talento, tecnologia e tolleranza. “Vogliamo rendere internet gratis per tutti“, preannuncia. Il parlamentare socialista sarà appoggiato da una lista sui generis: “Molto trasgressiva, dedicata al mondo della notte“. Sul suo sito (www.grillinisindaco.it) saranno pubblicati gli sms dei cittadini, che potranno essere inviati al numero 331-7076401.