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giovedì 20 marzo 2008

Elezioni. Grillo: "Sono solo un incantesimo, tutto già deciso". Chiamati in causa Grillini e le "liste abusive".

Show a piazza Navona: non c'è niente da fare, è come in Argentina
(Apcom) Le elezioni non esistono, sono un incantesimo, e l'Italia non ha più speranze. In trasferta a Roma per presentare la lista civica promossa dai 'grilli romani' per la corsa al Campidoglio, Beppe Grillo conquista piazza Navona a suon di affondi, 'i-taliani' (di mussoliniana memoria per far "arrabbiare gli intellettuali") e vaff... naturalmente urlati all'indirizzo dei politici di destra e sinistra, che non sono altro che "salme, morti e defunti". Il tutto, senza cedere nulla sulla critica aspra contro i partiti, la 'casta' dei giornali e la legge elettorale. "Non ci sono elezioni, è un incantesimo - replica Grillo a chi gli chiede un pronostico sul voto - voi siete ancora nel meccanismo di andare a votare, pensate al popolo sovrano. Non c'è più niente".

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Elezioni e candidati gay. Un elenco di futuri trombati? Il timore c'è.

Tanti nomi e poche certezze.
Paola Concia è data per sicura nella corsa al Parlamento. Probabile Titti De Simone, capolista in Basilicata. Numerose le candidature omosex e trans, ma poche le speranze. Mancuso: «È mancata regia».

(Delia Vaccarello - L'Unità) Il gay pride 2007, che a Roma ha riempito piazza San Giovanni più del Family day, lasciava ben sperare. Il movimento omosex e trans aveva mostrato la propria consistenza. Ma il rapporto con i partiti alla prova delle candidature lo ha visto in tutt’altra forma. Se nella passata legislatura quattro scranni di Montecitorio erano occupati da gay, lesbiche, trans (Grillini, Luxuria, De Simone, Silvestri), la prossima potrebbe riservare qualche sorpresa. Franco Grillini, presidente onorario Arcigay, che si è dissociato dai Ds in vista della nascita del Pd, ha tutt’altro che la certezza di una rielezione. Candidato con i socialisti in Emilia e in Lombardia, mette alla prova la sua capacità rappresentativa del popolo «lgbt» correndo per la poltrona di sindaco di Roma. Alla Camera, invece, entrerà con buona certezza Paola Concia, candidata dal Pd al decimo posto in Puglia, regione sensibile alle tematiche omosex che ha già eletto Niki Vendola governatore. «Qui si respira un bellissimo clima – dice Paola Concia, nel vivo della campagna elettorale – i pugliesi sono frizzanti, hanno voglia di conquistare tante mete. Somigliano agli spagnoli. Lavorerò moltissimo con i giovani e con le donne, in perfetta sintonia con l’Arcigay locale che mi sostiene».

Difficile fare pronostici per Luxuria, star della precedente campagna elettorale, candidata dalla Sinistra Arcobaleno al secondo posto nella Sicilia occidentale. Con una raccolta di firme duecento donne della stessa area hanno lamentato l’«imposizione» della candidata trans foggiana nelle liste dell’isola. Come dire: perchè a Roma non valorizzano le risorse siciliane? Luxuria, intanto, incassava il sostegno di tutta l’Arcigay della Trinacria, con Paolo Patanè e Agata Ruscica in testa che hanno espresso «sdegno» per la presa di posizione delle donne, lasciando intendere: Roma non è nuova alle azioni dall’alto, se «l’intrusa» non fosse stata una trans, ma una donna «biologica», avreste raccolto le firme contro? Anche Silvestri è finito in Sicilia, lasciando le temperature rigide di Brescia, sua città natale. Candidato della Sinistra Arcobaleno, compare al terzo posto nella lista per il Senato, in posizione assai incerta. In prima fila la collocazione di Titti De Simone. Sostenuta da Rifondazione comunista ormai da due legislature, la candidata lesbica emersa dopo lo storico Pride del 2000 a Roma è capolista per la Camera in Basilicata. C’è poi, sempre per la Sinistra Arcobaleno, la candidatura di Paolo Hutter in Lombardia, che lui stesso considera «di incoraggiamento» verso chi non fa politica attiva, e di sprone per alleggerire in territorio padano il cavaliere: «se la Sinistra Arcobaleno non superasse l’otto per cento, Berlusconi conquisterebbe più seggi».

Al Nord troviamo Andrea Benedino, già portavoce insieme a Paola Concia di gayleft, la consulta che sosteneva i diritti omo nei Ds. Dal suo blog, dove dice di essere «candidato al dodicesimo posto nella lista del PD per la Camera nella circoscrizione del Piemonte 1, ultimo posto eleggibile in caso di vittoria di Veltroni alla Camera, cioè solo nel caso in cui scatti il premio di maggioranza per la coalizione PD-Italia del Valori», Benedino ringrazia i giovani. La raccolta di firme c’è stata anche nel suo caso, ma questa volta pro e non contro: «Un fatto inedito, perchè sul mio nome c’è stata la convergenza di ragazze e ragazzi molto differenti tra loro, con storie politiche diverse, molti dei quali arrivano dall’area cattolica della Margherita». Ancora, in Lombardia, corre Ivan Scalfarotto, nelle liste del Pd, incerto anche lui. Restano Fabio Omero, già segretario dei Ds di Trieste, quinto su sette candidati alla Camera nelle liste del Pd, e Antonio Soggia, candidato under 30 della Sinistra arcobaleno in Piemonte. Se la quasi certezza cade al momento su due teste, e la speranza su altre, c’è l’amarezza dei nomi attesi invano. Sergio Lo Giudice, già presidente nazionale Arcigay, è stato appellato dal resto del Carlino l’«escluso eccellente», e commenta: «speriamo che passi presto il tormentone, se no mi incoroneranno Re dei Trombati!». Assente dalla corsa nonostante i pronostici Alessandro Zan, l’inventore dei pacs alla padovana, noto per la bellezza da attore del neorealismo, nonché per le iniziative romane di mezzo inverno in favore dei diritti. L’ultima, «Un politico per due», l’ha condotta come presidente della Linfa, la Lega Italiana nuove famiglie, riscuotendo il consueto successo tra i politici e le coppie presenti. La Linfa, comunque, piazza la sua coordinatrice ligure, che se eletta si batterà senz’altro per i diritti delle coppie di fatto. È Cristina Morelli capolista al Senato in Liguria nelle file della Sinistra l’Arcobaleno. Nessuna candidatura sul fronte della Destra ed escluse molte personalità «sensibili», con vivo rammarico di Gaylib. «La conventio ad excludendum berlusconian-finiana ha deciso di lasciare fuori quasi tutti i personaggi d’area liberale che hanno a cuore anche il tema dei diritti gay e poi ha chiuso le liste», dichiara Daniele Priori, vicepresidente.

Insomma, lesbiche, gay e trans nella società ci sono, ma in Parlamento forse non si vedranno abbastanza. Come mai? «Assenza di regia», dice Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay. «Se sono mancati sensibilità e strategie nei partiti» è anche vero che il movimento è apparso debole, «nella sostanza ognuno è andato per la propria strada». Un passaggio inevitabile? Per il futuro Mancuso si propone nuove strategie. Il movimento gay, stordito da un pride estremamente partecipato, ma restando schiacciato dall’assenza di una vera conquista sociale sul piano dei diritti, al momento delle candidature ha smesso di pensarsi come una collettività. E, com’è banalmente noto, da soli si vince molto poco.

Grillini, sindaco dei frociani.

(Insy loan e lo stato delle case) E’ già brutto essere trombati dalla scena politica nazionale venendo declassati a candidato sindaco per Roma, ma essere trombati pure da Grillino (metaforico o meno è comunque una scena splatter alla sola idea) potrebbe essere davvero troppo.
Ipotesi quanto mai possibile visto che Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcighei (per chi non lo sapesse, “arci” non sta ad indicare l’essere iper-ghei ma è il nome dei circoli che fanno capo alla sinistra, ma non chiedetemi quale), si candida a sindaco di Roma in diretta concorrenza con Francesco Rutelli.
Ma ve lo immaginate che spasso sarebbe?
Roma cambierebbe definitivamente il suo volto e, con esso, anche molte altre cose.
A Monte Caprino, che tra l’altro si distende proprio alle pendici del Campidoglio, verrebbero tolte le cancellate puntute (acquistate per un niente dallo smantellamento del carcere di massima sicurezza di Alcatraz) che il comune di Roma mise qualche anno fa ufficialmente per proteggere dai furti 4 frammenti di colonne romane rotte e abbandonate, ma che in realtà servivano per evitare ai ghei capitolini di andare di notte a giocare a nascondino dietro le fratte. La giunta comunale approverebbe immediatamente la proposta di disseminare qua e la comode lettighe in stile impero (romano) per rendere più comodi gli incontri, approntando dei ciringhiti per sorseggiare un aperitivo al tramonto.
Verrebbero aboliti gli epiteti offensivi contro i ghei e così le grattachecche (NdR: le granite dette alla romana) vendute lungo il Tevere sarebbero ribattezzate Grattaomosessuali.
Se Grillini vincesse, finalmente il ghei più brutto di Roma troverebbe qualcuno a cui cedere questo primato infame.
Tre quarti dei sacerdoti della santa sede potrebbero chiedere asilo politico come i monaci buddisti in fuga da Tibet e il cinghiale selvatico verrebbe riportato a prolificare a villa Borghese come ai tempi del cesaro-papato per far divertire le lesbiche senza mandarle fino alla riserva naturale di Paliano.
Metterebbero delle aree di sosta (note presso la popolazione omorechia come luoghi d’aggregazione e scambio culturale al pari degli oratori salesiani per i fanciulli) non solo sul raccordo anulare ma anche a piazza Farnese e largo Goldoni (ci sarebbe anche piazza San Pietro ma pare che Benny abbia detto che l’area circondata dal colonnato del Bernini, è già più che sufficiente).
Il 28 giugno, ricorrenza del ghei praid, sarebbe festivo come il 25 aprile e nessuno lavorerebbe tranne centri estetici e marchettari.
Forse non occorrerebbe neppure più fare il praid così molti finocchi smetterebbero di dare addosso alla manifestazione, molti etero la pianterebbero di usare il termine “carnevalata” tornando giustamente ad adoperare il termine per descrivere propriamente lo stato della nostra politica e io finalmente potrei smettere di morirmi dal caldo durante il tragitto.

Cialtroneria elettorale. Grillini Sindaco di Roma e il programma non c'è.


(Spetteguless)Siamo al 20 MARZO, il 13 APRILE si VOTA e Franco Grillini AD OGGI ancora non ha presentato un programma.
Stamattina mi son fatto un giro sul suo sito, per cercare di essere FULMINATO sulla Via di Damasco, con tanto di voto favorevole vista la ridotta ma OBBLIGATA voglia di votare Rutelli, ma mi son trovato una pagina VUOTA...
Torno al post di una settimana fa... e io dovrei votare come SINDACO DI ROMA un candidato che come unico programma elettorale, ad oggi, a 20 giorni dal voto, mi ha portato la sua omosessualità e le coppie di fatto?
Ma per piacere... non mi fate ridere... qui si parla di SINDACO della capitale d'Italia, non del Circolo degli Artisti! GRILLINI... IL PROGRAMMAAAAAAA! Vogliamo aspettare il 10 aprile per tirarlo fuori? E poi scusate... IL NUMERO DI TELEFONO SUL MANIFESTO ELETTORALE? SMS??? MA CHE SEI UN PR???? CE MANCAVA "LISTE" e stavamo apposto... ma che è un televoto? Senza parole...

Una strana coppia per Roma. Rutelli: "Roma con me sarà città dell'accoglienza". Ribatte Grillini "Sui gay ha impegni generici".

Grillini: Faccia un pò di autocritica su ciò che ha fatto al governo.
(Apcom) In un'intervista al magazine Clubbing e al portale Gay.it, il candidato sindaco di Roma Francesco Rutelli spiega come tutelerà i diritti di gay, lebsiche e trans. "Roma - dice - sarà sempre più la città dell'accoglienza e dell'inclusione, dove l'intercultura sarà un valore vero, dove la pari dignità sociale di tutti i cittadini sarà pratica civile e politica».

Rutelli indica i punti programmatici su cui si è impegnato con le associazioni gay di Roma: "l'impegno contro qualsiasi discriminazione sulla base di ogni orientamento sessuale a Roma e contro ogni persecuzione nel mondo; conferma e miglioramento dei servizi per tutti i romani comprese le coppie di fatto; costante attenzione e verifica delle condizioni di vita della comuità lgbt; iniziative nelle scuole contro il bullismo; istituzione di un Centro Internazionale della Cultura Omosessuale".

E alla domanda su quali siano le priorità, Rutelli risponde: "Il rispetto e la sicurezza". Su questi temi il candidato sindaco si è impegnato a "siglare un protocollo d'intesa con la Questura di Roma contro la violenza e la prepotenza" e a istituire "il patrocinio legale gratuito contro il mobbing per orientamento sessuale".
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GRILLINI: DA RUTELLI SUI GAY IMPEGNI GENERICI.
"Faccia un po' di autocritica su ciò che ha fatto dal governo".
(Apcom) - "Il candidato sindaco del Partito democratico a Roma Francesco Rutelli interviene nuovamente sulla questione omosessuale, un nervo scoperto del suo programma e della sua campagna elettorale. Nel ricordare a Rutelli che l'intera Arcigay nazionale sostiene la candidatura di Franco Grillini, vorrei fargli presente che stona assumere impegni generici senza dire nulla sulle proprie pesanti responsabilità per la mancata approvazione in Parlamento e Consiglio comunale a Roma di un registro delle unioni civili". Lo afferma il candidato socialista al Campidoglio Franco Grillini.

"Rutelli, anziché imbrogliare gli elettori e truccare le carte - afferma Grillini - sarebbe più credibile se facesse una ferma autocritica sulla sua linea politica verso la legge 40, sulla cancellazione del Pacs dal programma dell'Unione, sul sostegno nel Pd ai parlamentari dell'integralismo cattolico, sulla mancata approvazione in Parlamento del testamento biologico, sulla mancata approvazione del divorzio breve, sulla mancata approvazione di normative per le coppe di fatto e potrei continuare a lungo".