banda http://blografando.splinder.com

lunedì 7 aprile 2008

Bertinotti, i gay e le domande senza risposta.

(Gaytoday) Non ci si può aspettare molto da incontri-vetrina pre-elettorali. Mea culpa tardivi, critiche ed autocritiche, buoni propositi e promesse per il futuro. Qualche spiraglio, ma sempre a titolo personale. Il prevedibile, insomma. Così è andata anche ieri all’incontro, ospitato dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, tra le associazioni GLBT ed il candidato premier della Sinistra Arcobaleno, Fausto Bertinotti.
Vuoi il ritardo del compagno Bertinotti, vuoi il suo poco tempo a disposizione, vuoi le contestazioni di Helena Velena, vuoi i successivi interventi abbozzati senza troppa cura per i particolari, la conferenza stampa è stata priva di spunti particolarmente interessanti.
Onore al merito della Sinistra Arcobaleno di aver voluto un incontro con la comunità glbt. Fosse anche solo per propaganda elettorale, ma vista la nota attenzione che la Sinistra ha nei nostri confronti era giusto concedergli questa opportunità di visibilità. Sbagliato o quantomeno sleale, non riconoscere, affermando il contrario, che la Cosa Rossa è l’unica forza politica che ha tra le sue priorità quella della tutela ed estensione dei diritti civili. La politica è fatta di grandi numeri, ma se si ragionasse su questi grandi numeri anche nella società noi GLBT ci vedremmo esclusi da molti discorsi. Lo considereremmo un atteggiamento giusto?
Il candidato premier della Sinistra ribadendo il suo impegno nei diritti delle persone GLBTe delle loro famiglie ha affermato che nella nuova sinistra non esiste più una scala di priorità tra diritti sociali e diritti civili. È così che vuole anche l’elettorato di riferimento: afferma infatti Bertinotti che nelle piazze gli applausi, ovvero i consensi, per i diritti civili sono al pari se non di più di quelli per i diritti dei lavoratori.
Il candidato premier ha espresso anche rammarico per la candidatura di Vladimir Luxuria in Sicilia, ma non la considera una missione impossibile, considerando che è prima in lista.
A titolo personale ha detto di essere disponibile ad un approfondimento ed una ricerca, già comunque in atto nella Sinistra, sul tema della parità tra coppie eterosessuali e coppie omosessuali e che considera il riconoscimento delle coppie di fatto solo un primo passo verso la possibilità di scelta tra varie forme di regolamentazione delle unioni civili.
Ha risposto anche ad una delle 10 domande che Helena Velena aveva preparato per lui: ha affermato di condividere con Massimo Fagioli l’idea di pacifismo e di nonviolenza, ma non per questo di essere in totale sintonia con lui su tutto, soprattutto quando si parla di omosessualità ed omofobia. Se mi è permesso un commento, ci sembra la stessa politica veltroniana che si professa anti-omofoba, ma che riesce ad includere anche personaggi che ripetutamente denigrano ed offendono la nostra comunità. Nella legge dei grandi numeri di cui sopra questi soggetti contano poco, ma contano.

Sono convinto che l’irruzione di Helena Velena sia stata controproducente, per lei stessa in primis, che ha pagato con il non poter esporre completamente il suo pensiero, ma sono altrettanto convinto che anche tutte le altre sue giustissime domande avessero avuto bisogno di risposte chiare dal presidente Bertinotti e quindi, per quanto possa servire, le pubblico qui di seguito affinché ognuno possa rifletterci individualmente:

Perché ti ricordi della comunità LGBTQE solamente prima delle elezioni per poi dimenticartene completamente durante tutto il corso della legislazione?

Perché hai attribuito alla tua cosa rossa la denominazione di Arcobaleno, rubando un simbolo Mondiale del movimento LGBTQE, che già in Italia ci era stato sottratto dai pacifisti di area cattolica per ingenerare voluta confusione e depotenziare il simbolo del movimento stesso?

Perché hai invitato, prima volta nella storia della Repubblica italiana, il Cardinal Ruini a dire messa in parlamento?

Perché hai votato a favore dell’esenzione per il Vaticano del pagamento dell’ICI, privilegio dal valore economico davvero immenso?

Perché appena arrivato al governo in qualità di Presidente della Camera hai bellamente dimenticato tutte le proposte di legge per le quali avevi ottenuto voti e sostegno dal movimento LGBTQE. Compresi e soprattutto i Pacs e le proposte di legge Transgender, per poi appontare all’ultimo momento alternative ridicole, malfatte e totalmente inaccettabili?

Perché sostieni Rutelli a candidato sindaco di Roma, che malissimo si è comportato con la nostra comunità dall’epoca del World Pride in poi, piuttosto che sostenere Grillini, candidato gay a tutto tondo?
Forse perché devi a Rutelli il favore di averti concesso il posto di Presidente della Camera al prezzo della cancellazione di tutte le istanze LGBTQE per non scontentare le aspettative del Vaticano?

Perché sostieni e difendi Massimo Fagioli, notorio omofobo convinto che l’omosessualità sia una malattia da curarsi, al punto di difendere i suoi sproloqui su Left determinando la cacciata del neo nominato direttore Giulietto Chiesa a Fagioli ostile, e la conseguente fuoriuscita dalla redazione di rispettati giornalisti del calibro di Marco Travaglio, Vauro, Adalberto Minucci, Nando Dalla Chiesa?

Perché nonostante l’influenza più volte ammessa del pensiero pacifista e nonviolento dell’omofobo Fagioli di cui hai permeato il partito, hai comunque votato a favore del mantenimento del contingente italiano in Afghanistan e addirittura all’aumento del budget per forniture militari?

Perché offri sempre la tua solidarietà a tutti i potenti contestati da chi non ha voce alcuna e si può esprimere solamente tramite il dissenso pacifico che tu definisci invece violenza?
Proprio a te va ricordato che la “Rivoluzione non è un pranzo di gala”?

Perché a questo convegno nazionale del movimento LGBTQE organizzato in sordina di venerdì pomeriggio invece che sabato sono stati invitati solo Arcigay, Arcilesbica, Circolo Mario Mieli e MIT e non tutti gli altri collettivi e associazioni della galassia LGBTQE, estremamente numerosa e variegata e difficilmente controllabile in termini di consenso di massa?

Casini, Udc, ribadisce il suo no ai Di.Co. No alle discriminazioni sessuali.

I gay che votano Udc? Riconoscono i valori della famiglia.

(AdnKronos) "Sono contento che voti il mio partito".
Risponde cosi' il leader dell'Unione di centro Pier Ferdinando Casini a un lettore che nel corso di una videochat su Corriere.it dice di essere gay e di votare Udc.
"Sarei contento se ci fossero altri nella sua stessa situazione a votare Udc - aggiunge Casini - perche' questo tipo di voti io li ritengo un'importante conferma della mia tesi, e' cioe' che la famiglia e' quella composta da un uomo e una donna e che per quanto riguarda l'omosessualita' ai singoli devono essere accordati tutti i diritti".

Ribadendo la contrarieta' a provvedimenti legislativi come i ì Dico, Casini poi aggiunge: "Per noi i valori della famiglia sono indiscutibili, ma non siamo disponibili a discriminazioni dei diritti sulla base dell'identita' sessuale".

La Bonino scarica i gay? La delusione del Mieli.

(River-blog) Emma Bonino è tra i politici più stimati dai gay. Una che, in passato, si è sempre battuta - in linea con le posizioni del suo partito - per i diritti della comunità Glbt. Il suo ingresso nel Pd, tuttavia, deve aver fatto scattare in lei la molla dell’”opportunità”. Il ministro uscente, infatti, ha dichiarato, in un comizio avvenuto nel municipio X, a Roma, che “sulle Unioni civili deve legiferare il Parlamento“. E’ la stessa linea di Francesco Rutelli, che ha escluso le unioni delle coppie di fatto dal suo programma, con la “scusa” che il tema va affrontato in Parlamento. Ormai sembra essere questa la linea del Pd a livello locale. Dura la presa di posizione del Mario Mieli (mentre Arcigay Roma sembra essere sempre di più allineato sulle posizioni di Rutelli), che ricorda come “i Radicali di Roma siano stati fortemente impegnati per il registro delle unioni civili fino a pochi mesi fa“. Quindi, “questa svolta repentina appare sorprendente e fortemente condizionata dal legame che hanno stretto con il Pd sia a livello nazionale che locale, persino nel sostegno a un candidato come Rutelli che non offre alcuna garanzia di laicità e di progresso sui diritti civili. Ma, Ministro, forse possiamo dire che oggi Roma val bene una messa?”. Ancora: “Ci dispiace che la Ministra Bonino, nella quale abbiamo sempre riposto fiducia, possa oggi piegarsi a queste logiche compromissorie, e le sue affermazioni, che indicano come anche battaglie di decenni possano essere accantonate su pressioni dei clericali teodem, ci rafforzano nelle nostre scelte e nelle nostre indicazioni per cui ribadiamo che l’unica opzione laica, riformista e coraggiosa a Roma è un voto per Franco Grillini sindaco“.

Dopo le elezioni addio alla Sinistra Arcobaleno? In fuga dalla Cosa Rossa.

Nuova sede e giornale per Diliberto, pronto a ripartire con falce e martello.

(Fabio Martini - La Stampa) La nuova casa è già pronta. Telefoni allacciati, fax fruscianti, maniglie lucidate, stanze assegnate. Si tratta soltanto di far passare le elezioni e poi ai primi di maggio il Pdci di Oliviero Diliberto inaugurerà la sua nuova sede in via Tevere, a due passi dalla breccia di porta Pia. Per anni i comunisti dilibertiani hanno vissuto in affitto, ma ora hanno deciso di metter su casa e, per acquistare questo appartamento di mille metri quadrati nel borghese quartiere Salario, hanno messo in cantiere un investimento corposissimo. E sono pronti a farne un altro, altrettanto oneroso, per metter su un quotidiano di partito, destinato ad andare in edicola a partire dall'autunno. C'è già un'idea di titolo («Pietre»), che però potrebbe cambiare. Progetti eloquenti: il Pdci di Diliberto si pensa come se avesse davanti a sé un lungo avvenire da vivere per conto suo, anziché assieme ai tre partiti (Rifondazione, Verdi, Sinistra
democratica) con i quali si è unito nel cartello elettorale meglio noto come Sinistra Arcobaleno.
Curiosa discrepanza con quel che da settimane sostiene Fausto Bertinotti candidato premier dell'Arcobaleno: «Finita questa campagna, vogliamo andare oltre il cartello elettorale, nella costruzione di una nuova sinistra unitaria». Da quattro anni, con un passo alla volta (la rottura con lo stalinismo, la scelta nonviolenta, la partecipazione al governo), Bertinotti punta a metter su un nuovo Partito della Sinistra, liberato da connotati comunisti, da simboli antichi. Per concretizzare il suo progetto, Bertinotti sa che il 14 aprile l'Arcobaleno dovrà conseguire un risultato non molto distante da quel 10,2%, che equivale alla somma ottenuta nel 2006 da Prc, Pdci, Verdi. Ma se la Sinistra Arcobaleno faticasse ad attestarsi attorno a quel 7,5% segnalato dagli ultimi sondaggi pubblicabili, a quel punto il progetto rischierebbe di andare in fumo e riprenderebbero fiato i tanti nemici , del progetto bertinottiano. Primo fra tutti, Oliviero Diliberto che però - dai comunista togliattiano - sta conducendo una campagna elettorale unitaria. Lui, «Diliberija», ovviamente spiega cine è «impegnato ventre a terra per l'Arcobaleno -alcuni sono col doppio simbolo, come due giorni fa ad Asti, dove gli operai della Way Assauto avevano espressamente chiesto la presenza del leader del Pdci e non quella di «altri». Le «voci di dentro» raccontano di un progetto inconfessabile a 10 giorni dalle elezioni: una Costituente di tutti i comunisti, un nuovo contenitore più largo del Pdci e aperto a tutti quei gruppi - soprattutto dentro il Prc - interessati a ridare vita ad un Pei del Duemila. E oltretutto, col beau geste di un mese fa (casuale?) di lasciare il suo posto in Parlamento all'operaio della Thyssen, di tempo a disposizione Diliberto ne avrà parecchio.
Per metter su un nuovo partito comunista? «È vero - dice Rina Gagliardi, intellettuale e senatrice Prc vicina a Bertinotti - ho sentito fare questi discorsi, ma ci vedo un rischio di americanizzazione, quello di una sinistra di nicchia, con tante piccole sigle politicamente insignificanti.
No, dopo il 14 aprile, con un risultata to soddisfacente e tanto più se l'esito non fosse buono, c'è una sola strada: quella di una sinistra plurale che eviti la dispersione e la frantumazione». Ma dentro Rifondazione - ecco la sorpresa - persino in piena campagna elettorale
uno dei big esce allo scoperto e dissente: «Considero le ipotesi del partito unico sbagliate», dice il ministro Paolo Ferrero in un'intervista a «Liberazione» e si tratta invece di costruire «un soggetto
plurale», «in cui ognuno stia comodamente nella casa della sinistra per quello che è, non perché costretto». Un annuncio di candidatura alla segreteria in vista del congresso autunnale del Prc, in contrapposizione a Gennaro Migliore, il candidato preferito da Bertinotti? Un analogo conflitto sta per aprirsi anche dentro i Verdi. Il loro leader, Alfonso Pecoraro Scanio (che ha evitato di fare il capolista nella sua Campania e ora risulta indagato) non si è mai eccitato per il progetto bertinottiano, ma Paolo Cento, animatore dell'ala movimentista, ha un'altra idea: «Se non avessimo avuto l'Arcobaleno come potevamo resistere ad una campagna così bipartitica? Anche un esito elettorale non soddisfacente non deve farci arretrare, la base è più avanti dei gruppi dirigenti». E' ancora presto per capire se Diliberto e Pecoraro pensino davvero alla doppietta (iscrizione dei rispettivi parlamentari al gruppo misto e poi presentazione dei simboli alle Europee), ma intanto alla chiusura nazionale della Sinistra Arcobaleno loro non ci saranno: sul palco allestito giovedì 10 in piazza Navona a Roma campeggerà Fausto Bertinotti. Intervistato da due comici, Dario Vergassola e Andrea Rivera.

Rosy Bindi: «Mi opporrò sempre alle adozioni a single e conviventi».

Impegno preso a un mese dall'adozione della nuova Convenzione europea.

(Sara De Carli - Vita) «Qualunque sia la mia responsabilità politica in futuro, mi opporrò a eventuali proposte di legge che consentano le adozioni ai single e ai conviventi» ha promesso il ministro Bindi sabato a Venezia, durante un convegno per operatori delle adozioni internazionali organizzato dal Ciai e da Euradopt.
L'assunzione di impegno arriva a meno di un mese dall'adozione, da parte del Consiglio d'Europa, della nuova Convenzione europea sulle adozioni, prevista per il 7 maggio.
A fine febbraio, dopo che Maud de Boer-Buquicchio, olandese, vice segretario generale del Consiglio d'Europa, aveva anticipato a VITA che la nuova Convenzione avrebbe reso obbligatoria l'adozione ai single e aperto alle coppie conviventi anche omosessuali, l'Ufficio legislativo del Ministro delle politiche per la famiglia aveva predisponendo una nota tecnico-giuridica nella quale, alla luce della legislazione italiana, saranno esposti i rilevi critici e le riserve al testo predisposto.

Interviste. Il candidato gay dell’Udc: “Pari diritti per tutti”.


(River-blog) Massimiliano De Marco, detto Maximo, classe 1969, per chi ama le etichette è “il candidato gay” dell’Udc. E’ anche un uomo dal passato sui generis, sicuramente non in linea col classico curriculum di un candidato del partito di Casini: autore di video dove la religiosità è trattata in maniera “poco ortodossa”; gestore di un privè gay; protagonista di foto hot. Amico di Claudia Koll, oltre che regista del film “Petali di Rosa”, interpretato dalla stessa attrice, ha iniziato insieme a lei un “cammino di conversione”. Maximo è candidato nella posizione numero 23 al Comune di Roma, nella lista dell’Udc per Ciocchetti sindaco. River-blog lo ha intervistato (grazie alla redazione di Notizie Gay per la segnalazione del personaggio), e ha scoperto – con suo grosso stupore - che Maximo non ha nessun problema a dire di essere a favore delle unioni civili, anche dei gay.

Sei stato definito l’unico candidato omosessuale dell’Udc. Non vedi una contraddizione nell’essere gay e nel correre per un partito che si è schierato contro le unioni gay?
L’Udc è l’unico partito con valori cristiani in cui credo fermamente. Gesù disse: “che merito abbiamo se amiamo chi già ci ama?”. Il merito è amare chi non ci ama e indurli a capire. Con questo non dico che l’Udc odia i gay, semplicemente non riescono a comprendere, perche’ nessuno sino ad oggi ha cercato un dialogo con loro. Questo è ciò che sto facendo e che continuerò a fare.

C’è chi sostiene, tra le associazioni omosessuali, che i gay che votano a destra non siano coerenti. Tu che ne pensi?
In quale partito c’é la coerenza? Tra i vari schieramenti la sinistra e la destra sono peggio perché giocano con l’inganno, hanno governato per anni, hanno fatto tante promesse, e non hanno mantenuto mai niente. Questa la chiami coerenza?

Sei stato protagonista di foto hot e hai gestito un gay privè. Resistenze dal mondo dell’Udc?
In passato sono stato un brillante imprenditore di locali gay e non. Ne ho aperti ben 10 in tutta Roma: penso che questa citta’ abbia bisogno di giovani imprenditori per rilanciare il turismo, anche se vanno abbattuti gli iter burocratici e favorita la liberalizzazione delle licenze per dare piu’ opportunita’ ai giovani. Non vedo cosa potrebbe importare ad un partito la tipologia di locali che ho aperto: ho sempre lavorato onestamente ed e’ questo ciò che conta. Ho aperto a Roma la prima discoteca apertamente gay nel centro (il Maximilian multiclub), in anni in cui la gente aveva paura solo a dire che era gay. Io quando credo in qualcosa non ho paura di niente, non sopporto la vigliaccheria. La stampa ha esagerato con le foto hot, io non sono mai stato un porno attore, sono stato semplicemente un artista un po’ “ribelle”, che cercava di dare voce a problemi sociali. La mia non e’ mai stata una “provocazione gratuita”. Ho realizzato un calendario contro il terrorismo dopo l’attacco delle Torri Gemelle in America e mi sono fatto fotografare come un angelo nudo caduto sulla terra, ricoperto di sangue per essere stato colpito a morte. Ho realizzato un video musicale contro lo sfruttamento della prostituzione ed uno contro l’omofobia parlando di un amore incompreso tra due ragazzi. Sono stato il primo ed unico artista a subire tre censure in Italia solo perche’ viviamo in un paese di finti perbenisti. Oggi non rinnego il mio passato ma userei un atteggiamento piu’ amorevole e meno aggressivo per comunicare i disagi sociali. Questo perche’ solo da un anno ho incontrato Gesu’ nella mia vita e ho compreso cosa significa davvero amare il prossimo e dare tutto per gli altri. Il mio cammino di conversione e’ un qualcosa di cosi’ intimo che non mi sarei mai aspettato che venisse messo al bando dai media come hanno fatto in questi giorni con me! E’ una grande sofferenza, ma da quando ho compreso cosa ha passato Gesu’ durante la sua passione, non ho alcun rancore verso nessuno.



Tu cosa ne pensi delle unioni civili per persone dello stesso sesso?
Tutti gli esseri umani in un Paese democratico e civile devono avere gli stessi diritti civili e giuridici.

Hai affermato: “Tra le varie comunità quella GLBT e’ fra quelle che fa più gola ai politici… ma che subito dopo le elezioni vengono ricacciati nel loro ghetto a tacere..”. E l’Udc cosa è pronto a fare per la comunità Glbt?

Sono certo che l’Udc sul piano civile e giuridico saprà far valere la giustizia e la democrazia. Io sono qui per battermi per il riconoscimento dei pari diritti per tutti.

Al secondo turno delle elezioni comunali, a Roma, si prospetta una sfida tra Alemanno e Rutelli: tu per chi voterai?
Ancora Rutelli? No grazie! Alemanno neanche a pensarci. Ho imparato a scrivere solo un nome: Luciano Ciocchetti.

Cosa ne pensi del candidato sindaco Franco Grillini?
Mi hanno molto infastidito le sue affermazioni su papa Giovanni Paolo II. Un politico che non ha rispetto non merita di rappresentarci. Inoltre, non condivido la sua lobby di potere basata sull’associazionismo. Io sono contro l’associazionismo perche’ e’ ghettizzante e sono a favore della liberalizzazione di ogni cosa. Comunque penso sia importante il dialogo, l’unione, cosa che non c’e’ mai stato nella comunita’ glbt e questo dipende anche da chi e’ stato al governo. Ho letto il suo programma da sindaco di Roma, parla ossessivamente di laicita’, di aprire spazi ai naturisti…con tutti i problemi che ci sono, penso che un sindaco dovrebbe affrontare ben altre emergenze! Roma e’ al primo posto in Europa per gli omicidi a carattere omosessuale: questo e’ un problema serio. La vita va tutelata prima di ogni altra cosa, il bullismo nelle scuole andrebbe combattuto aspramente insegnando cosa significa la convivenza. Questi e tanti altri sono i problemi seri che riguardano la vita di tutti. Io ho vissuto e combattuto per la comunita’ Glbt e per i giovani di questa citta’ per piu’ di 20 anni e so quali sono le vere priorita’. Per questo vorrei istituire tre commisioni tecniche al Comune: una per le problematiche giovanili e il mondo artistico per dare piu’ possibilita’ nel mondo lavorativo; una per il mondo cristiano, per non perdere quei valori importanti che aiutano al dialogo e alla comprensione reciproca; e una per la comunita’ glbt e le minoranze sociali per combattere le discriminazioni e vivere in una citta’ che sia davvero una capitale europea.
---

Retroscena di una polemica. Un trappolone per la Binetti.

(Kalash) Visto che nessuno si prende la briga di difendere la Binetti, e che anzi si assiste a una caccia alle streghe un po' troppo accentuata da parte della Sinistra radicale, mi sono messo a spulciare un po'.

Sapete com'è, in questo mondo un po' cattivo l'informazione, come consiglia Grillo, è bene cercarsela da soli.
Così, cerca e ricerca, mi sono imbattuto nel sito di EcoTV, ovvero quell'emittente che ha registrato la puntata della discordia. Il sito, in barba alle proteste della Binetti, che affermava di aver chiesto esplicitamente di non trasmettere la puntata, l'ha già messa on-line. O per lo meno, era on-line fino a qualche minuto fa, visto che adesso se si clicca l'immagine del filmato si viene rimandati a una richiesta di registrazione. Vabbè: volevo mettervi un link diretto, ma chi volesse può andare qui e fare tutta la trafila.
L'intervista l'ho vista, e in effetti mi sembrava che la presentatrice fosse leggermente di parte....dunque, nuova istanza di approfondimento e si continua la ricerca.
In primis, sul direttore, Pino Gagliardi. Ex di Ecoradio, sul suo sito campeggiano decine di post contro il PD, Veltroni, e compagnia bella (esempio). Non solo, ma a ben vedere ce l'ha espressamente contro la Binetti...
Uhm...mi dico: vabbè, un giornalista ha diritto alle proprie idee, ma magari sarà imparziale.
Torno sul sito dell'emittente. E l'attenzione si posa sulle manifestazioni che l'emittente riprende nella sua home. Vaffanculoday, i comizi di Pecoraro Scanio, Bertinotti, Titti De Salvo. Ora che guardo meglio, anche i colori riprendono quelli della Sinistra Arcobaleno. Ma come: viene sponsorizzata anche una manifestazione a favore dei DICO?? Ma non sarà che porprio imparziale imparziale, quest'emittente non è?
Continuo a guardare. Nella pagina Chi Siamo, l'organigramma. Nomi che non mi dicono niente. A partire dal Presidente, un certo Marco Lion.
Torno su Google, e controllo le News sulla vicenda. "Intervenga l'Ordine dei Giornalisti", richiede un tale della Sinistra Arcobaleno...un certo...MARCO LION????? RESPONSABILE COMUNICAZIONE DEI VERDI???? CHE ATTACCA IL PD SULLA VICENDA????

Ahhhhhhh, bé......
Mi sembra ci sia proprio poco da chiarire ancora.
Magari, Paola, stai attenta a chi vai a concedere le tue interviste, la prossima volta.
Perché esistono anche avversari politici della parola dei quali non è bene fidarsi, quando si richiede di non pubblicare una tua intervista.

Storace scatenato: "Berlusconi? consuma scatole di Viagra" "Veltroni? più falso di moneta 110 euro".

(Aldo Cazzullo - Il Corriere della Sera) Campagna all`antica, Latina ovviamente ribattezzata Littoria nel comizio, i manifesti nel baule, i militanti stipati nell`auto del capo che li incita: «Camerati, facciamo fare un bel pezzo di colore al giornalista antifascista, cantiamo: "Duce Duce, chi non saprà morir"». Niente colore. Perché la nostalgia di Francesco Storace non è per il fascismo ma per il Msi: «Noi per Almirante eravamo pronti a morire!» grida ai duemila militanti nel teatro. Perché il risultato della Destra è determinante nell`unica partita davvero aperta di queste elezioni, il premio di maggioranza nel Lazio e nelle regioni del Sud, e quindi la fiducia a Berlusconi al Senato.

E perché la campagna di Storace è un grumo di sentimenti, di dolori talora rancorosi, di amori traditi. «Fini non ha tradito me, ma suo padre. E non in senso metaforico. Il padre di Fini è stato un combattente della Repubblica sociale, uno degli eroi scesi nella battaglia sapendo di perderla, e suo figlio l`ha calpestato. Ora Fini ha detto a Berlusconi che mi vuole morto. Ma il morto è lui. Finita An, lui è uno dei tanti funzionari del Pdl. Anche la sua immagine si è appannata: io sono l`unico leader del centrodestra regolarmente sposato, ma rispetto il dolore di una separazione; Fini però l`ha fatto senza stile, e per mettersi con l`ex donna di Gaucci...».

Storace, con Fini eravate amici fraterni. «E' vero. Fino a quando io non vinsi nel Lazio, nel 2000. Lui, contro Rutelli aveva perso. Non mi perdonò di voler fare il presidente della Regione a modo mio, senza favori di sottogoverno, senza obbedire. Me la ricordo, Daniela Fini, quando insisteva per quel laboratorio di analisi al Tuscolano... Solo dopo ho scoperto che era suo, della moglie, e anche del fratello, della cognata, del portaborse. Ora Fini fa il pulitino, dice che non sapeva nulla... non scherziamo. E poi si è messo al fianco quell`Andrea Ronchi, che ha sparso zizzania tra lui e me, e anche con gli altri dirigenti...».

Ovunque, a Formia, a Ceprano, a Ferentino («un comizio alle 11 di sera? Ma non ci saranno solo le nigeriane?»), Storace trova piazze piene. E la destra profonda, che non sempre ha accettato la fusione tra An e Berlusconi. «Eppure dicevano che mi pagava lui, il Cavaliere. Una persona poco seria. E simpatico, consuma scatole di Viagra, è amato, ma è un uomo senza valori. Lo ricordo, quando mi disse: «Questi di Rifondazione sono matti, capaci di far cadere il governo per i loro principi». Gli risposi: embé? Ma lui è così, non concepisce che si possa essere mossi da altro che dal tornaconto personale. Se saremo al Senato, non gli voteremo la fiducia. E Silvio non ha umiliato solo noi; ha tradito prima Mastella, che gli aveva portato la testa di Prodi, e poi Casini, che gli aveva dato quella di Marini. Il primo governo Berlusconi della legislatura cadrà presto, per il referendum elettorale e per i ricatti interni. Noi sosterremo il secondo governo Berlusconi, quello del centrodestra riunito e del Fini definitivamente neutralizzato».

A Latina, al comizio tonitruante che comincia con «Buona destra» e finisce con «se son fiamme bruceranno», ci sono in prima fila parecchi transfughi di An e Ajmone Finestra, ex sindaco visto anche accanto a Ciarrapico. «Al Ciarra - racconta Storace - ho detto che non l`hanno trattato molto bene: è in lista dietro a persone che lo odiano, rischia di non essere eletto, di risultare patetico. Mi sa che alla fine non resiste e vota Fiamma pure lui. Di sicuro ci vota donna Assunta. Non lo dice, ma mi sta mandando una marea di gente». La Mussolini? «Mi chiese un incontro. La feci venire nel mio ufficio di senatore. Mi propose di scordare il passato e di allearci. Presi tempo. Pochi giorni dopo era al corteo di An, a vomitare contro di me».

La nuova Madonna nera è la Santanché. «Candidarla premier è stato un colpo di genio. Lo schema è lo stesso di Pannella con la Bonino: in vetrina la donna, e Daniela è la numero uno d`Italia; dietro le quinte il capo politico, che non ha bisogno dei gradi per comandare. Non vorrei un ministero. Piuttosto, l`Antimafia. O, meglio, tornare alla Vigilanza Rai».

Alemanno, suo ex compagno di corrente, ora come lei candidato a sindaco di Roma? «Che delusione. Io non avrei mai fatto il killer per conto terzi contro Alemanno. Avrei capito Gasparri, non lui. La città è piena dei suoi manifesti. All`evidenza, dopo che l`opposizione ha lasciato approvare in due giorni il piano regolatore, i soldi da qualche parte sono arrivati». E gli avversari di sinistra? «D`Alema è come appare. Veltroni invece è più falso di una banconota da 110 euro. Peggio di Fini, che è inoffensivo; Veltroni è spietato. Gli preferisco Rutelli, che a Roma è una minestra riscaldata ma se si fosse candidato a Palazzo Chigi avrebbe vinto».

L`orgia di asce bipenni e motti fascisti di Casa Pound, occupata dai ragazzi di destra che ospitano in cortile le ambulanze della Protezione Civile, lo lascia indifferente. Non la sezione di Gaeta, dove lo attendono il ritratto e le quattro figlie di Nino Gelso, «il nostro grande camerata imbarcato sulla X Mas!», come lo ricorda la leader locale. Storace si commuove. «Camerata lo diciamo solo dei caduti. L`unico busto del Duce che ho mai tenuto in casa me lo regalò uno dei nostri vecchi, dopo Fiuggi. Quella svolta l`avevano accettata: basta che ci rispettiate, dicevano. Questa, no. Ho capito che me ne sarei dovuto andare dopo il viaggio di Fini a Gerusalemme. Io sono stato al museo dell`Olocausto prima di lui, ma senza telecamere e senza offendere la storia. Io so che non la pensa così: in pubblico siamo sempre stati attentissimi a non far trasparire nulla, ma in privato era diverso.

Quando Le Pen andò al ballottaggio, Fini era ringalluzzito: «France`, hai visto? Gajardo!». Ricordo un comizio ad Alcamo. Il presidente del circolo di An, ex segretario del Msi, ex gerarca, lo fa salire sul balcone. Fini era imbarazzatissimo, e quello attacca: «Da questo balcone, tanto tempo fa parlò un altro grande, l`Uomo che fece l`Italia...», lui sempre più pallido, ma il gerarca a sorpresa fa: «Sto parlando del nostro eroe, di Giuseppe Garibaldi!». Per il sollievo, a Fini scappò un «minchia» che fece ridere tutta la piazza. Ma questa gliela racconterebbe meglio Gianfranco...». E dagli occhi di nuovo lucidi si intuisce qual è la vera nostalgia di Storace.

Perchè non votare alle politiche la Sinistra arcobaleno.

(Valerio Pieroni) Dopo essere rimasto sommerso dallo scandalo dei rifiuti campani (che lo ha costretto a candidarsi fuori dalla sua roccaforte, Salerno) e dopo essere sopravvissuto (grazie alla caduta del Governo) alla mozione di (sicura) sfiducia che pendeva contro di lui, il nostro Pecoraro Scanio è di nuovo nei guai. Questa volta è indagato per associazione a delinquere e corruzione.

Che cosa è successo
Secondo l'ipotesi accusatoria, il ministro (…) avrebbe viaggiato in Italia e all'estero non pagando una lira di tasca sua. Non solo viaggi, ma pure soggiorni in alberghi di gran lusso, anche a sette stelle, come quello di Milano, il Town House Hotel.(...) il ministro e altri uomini del suo entourage (…) avrebbero utilizzato telefonini intestati e pagati dalla "Modus Vivendi", una cooperativa editoriale che si occupa di manifestazioni, convegni e master sull'ambiente e l'ecologia”. (da Repubblica).

In cambio di cosa tutto ciò?
Sembra che il ministro “abbia dato appalti e contributi pubblici alla Visetur e alla Modus Vivendi e avrebbe assunto tra i consulenti del ministero anche Stanislao Fella, fratello di Mattia” (da Repubblica)

Per carità, lungi da me il giustizialismo, ma dalle intercettazione sembra apparire evidente un suo comportamento “poco cristallino”. Inoltre, molti suoi collaboratori e segretari più stretti – interrogati dagli investigatori - avrebbero confermato quanto avanzato dalla procura.

E i compagni di strada della Sinistra Arcobaleno che dicono? Nulla. SILENZIO. Neppure una parola di solidarietà da Bertinotti, Mussi, Salvi e Giordano. Si vergognano di lui. Anzi, Rifondazione ha fatto molto di più: ha confermato la sua fiducia nella magistratura. Forse, dopo Mastella, ci libereremo pure di lui e del suo partitino pseudo-ambientalista? staremo a vedere gli sviluppi.

A questo punto direi che ci stanno tutti gli elementi necessari per far fare al suo compaesano Santoro una puntata speciale ad "Anno Zero", interamente dedicata a lui.

Naturalmente senza contraddittorio…

Bertinotti contestato al circolo Mario Mieli.

(Il Messaggero) «Ti occupi di froci solo in campagna elettorale, durante la legislatura ti dimentichi di noi». Così Helena Velena, dell'associazione "Vomito Arcobaleno Transgender International", ha attaccato il presidente della Camera e candidato premier della Sinistra arcobaleno, Fausto Bertinotti, al suo arrivo al circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. «Non puoi venire qui - ha inveito Helena Velena, interrompendo un'intervista a Bertinotti - a farti propaganda e fregartene poi dei nostri problemi. Ormai fai parte dell' establishment».

Hanno preso parte all'incontro con il candidato premier della Sinistra Arcobaleno alcune delle principali organizzazioni della comunità omosessuale e trans (Mit, Arcigay, Arcilesbica e il Circolo Mario Mieli). Il presidente, che ha dovuto spostarsi più volte, insieme con i giornalisti e le telecamere per poter riprendere l'intervista, ha poi commentato: «Come potete capire questo è un luogo libero, dove una persona è libera di protestare».

A Helena si sono poi aggiunte altre persone gay, bisessuali e trans, esponenti di un collettivo che si definisce «di compagni autonomi e anarchici, della sinistra libertaria e antagonista», che ha preso a inveire contro Bertinotti, gridando «Non vi daremo il nostro voto!» e distribuendo volantini.

«Un confronto tra forze politiche e movimenti non può essere privo di contrasti, anche violenti» ha commentato il presidente della Camera. Bertinotti ha quindi ribadito la sua scelta per la non violenza: «Sono contrario - ha sottolineato - a qualsiasi forma di aggressione, anche nei confronti degli avversari più agguerriti. Altrimenti, si regredisce».