OLIARI (GAYLIB), IN PDL OSTRUZIONISMO VERSO I GAY "Nel centrodestra c'e' una falsa dialettica sul tema della famiglia".
(Ansa) Nel Pdl non ci sono candidati omosessuali alle prossime elezioni politiche, perche' c'e' un vero e proprio ostruzionismo nei confronti dei gay: lo denuncia Enrico Oliari(nella foto), presidente nazionale di Gaylib, l'associazione che raccoglie gay e lesbiche di centrodestra.
E aggiunge che questo, per un partito che si richiama alla liberta', e' una contraddizione forte.
''Speravamo di essere chiamati - dice Oliari all'ANSA - ma non e' avvenuto. Avevamo anche chiesto un incontro a Berlusconi poco tempo fa, ma senza esito''.
Il problema di fondo, secondo il presidente di Gaylib, e' che nel centrodestra ''c'e' una falsa dialettica sul tema della famiglia: vogliono essere identificati come i paladini di questa istituzione e temono che sostenere i diritti degli omosessuali possa essere interpretato come una messa in discussione della famiglia''.
''Ma non e' cosi' - assicura - non sono certo i gay a creare problemi alle famiglie italiane, ma i salari, i prezzi, i mutui e cosi' via''.
Proprio per ''bypassare'' il problema, Gaylib chiede il ''riconoscimento dei diritti delle sole coppie gay, non di tutte le coppie di fatto, cosi' e' chiaro che non vogliamo attentare alla famiglia eterosessuale fondata sul matrimonio''.
La questione candidature ''purtroppo e' ormai chiusa'', ma i gay di centrodestra, avverte Oliari, saranno l'8 marzo a Milano, all'inaugurazione della campagna elettorale del Popolo delle liberta', ''con le nostre bandiere e i nostri volantini''. Perche' ''gli omosessuali non sono solo nel centrosinistra''.
giovedì 28 febbraio 2008
Berlusconi non riceve i gay di destra. Oliari, GayLib: "Nel centrodestra c'e' una falsa dialettica sul tema della famiglia".
Veltroni candida il personaggio tv (cattolico) e chi del movimento Lgbt?
(Tvblog) Non manca molto alla presentazione ufficiale delle liste per le prossime elezioni politiche prevista il 13 e il 14 aprile prossimi e la corsa alle candidature “di richiamo”, quelle che fanno parlare i giornali e “spostano” voti, si fa sempre più serrata. Nella gara alla candidatura “ad effetto” è certamente in testa Walter Veltroni che dopo aver lanciato i “giovani capolista sconosciuti” (che tanto sconosciuti, spesso, non sono) ora decide di buttarsi su un personaggio televisivo.
In questo caso niente bellone stile Aida Yespica o improbabili e procaci ex concorrenti del Grande Fratello stile Angela Sozio bensì Andrea Sarubbi, il volto televisivo della Chiesa Cattolica, conduttore di “A sua immagine“, la rubrica “prodotta” dalla CEI che va in onda ogni domenica mattina su Raiuno. La necessità tutta politica di “riequilibrare” con dei personaggi di comprovata estrazione cattolica dopo l’inserimento dei 9 Radicali nella lista del Partito Democratico trova una risposta nel cattolico “più visibile” d’Italia.
Sarubbi, giornalista della Radio Vaticana e docente di Informazione Religiosa alla Luiss, si è mostrato subito a suo agio nella veste di candidato “ponte” fra cattolici e laici, spostando abilmente l’attenzione da politico navigato: "Per me l’emergenza non è il confronto tra laici e cattolici, ma i problemi veri delle persone. Come quelli di un ragazzo della mia età che ho incontrato a Scampìa per un servizio e che ha molte difficoltà".
Sarò nel torto, ma questa candidatura mi pare “strumentale” almeno quanto quelle delle belle donne dello spettacolo che fornisce Forza Italia, ora PDL, dalla Carlucci alla Carfagna passano alla “ventilata” Sozio.
Perchè un gay dovrebbe votare centrodestra? Ce lo spiega GayLib.
Negli ultimi dieci giorni, dopo l’imbandierato blitz di GayLib lo scorso 9 febbraio al Teatro Nuovo di Milano di fronte al presidente Silvio Berlusconi, con annessa la diffusione ai giornalisti della proposta di legge per il riconoscimento delle Unioni Omoaffettive, alternativa a tutte quelle presentate sinora dai partiti e dalle associazioni di sinistra e dopo il clamore mediatico, sui siti gay e sulla stampa nazionale, che la nostra presenza ha suscitato, le notizie più sorprendenti, in realtà deprimenti, continuano a venire dagli esponenti di sinistra del movimento gay italiano.
Una schiera di attivisti, quasi tutti dell’Arcigay, dalle colonne de L’Unità hanno pensato bene di firmare un manifesto in cui, novità delle novità, per il prossimo 13 aprile invitano la comunità gay a votare per il Partito Democratico di Veltroni.
Li ha convinti il nuovo verbo “obamiano” di Veltroni. Yes we can. Si può fare. Li hanno convinti le solite parole confuse, da campagna elettorale, che l’ex sindaco di Roma ha usato per dare il contentino ai gay (molto meno di quell’aglietto con cui i romani si riconsolano, nell’adagio popolare, dopo una cocente delusione). Fatto sta che a questi gay italiani è andata bene così. Si fidano del fatto che nella prossima legislatura il PD ridiscuterà di omofobia, perché discriminare i gay è brutto e cattivo. Se lo dice Uolter, perché non fidarsi?
Alcuni di loro, poi, esattamente quelli di ala radicale, si dicono rassicurati dal fatto che, dopo giorni di elemosina, sua maestà Veltroni ha fatto la grazia e, commosso, non ha messo il dito tra Pannella e la Bonino. Così, pur di non avere una lista radicale tra i piedi, il buonissimo Walter fa spazio, nel PD, a Emma e ad altri nove radicali col lasciapassare del vecchio Marco, pronto a farsi da parte in nome del sacro rimborso elettorale.
I firmatari del manifesto gay per il PD, in larga parte giovani anche stimati e molti di loro, per chi scrive, veri e personali amici, sottoscrivono, insomma, la regressione della sinistra italiana in un partito che di sinistra non ha più nulla, nemmeno la tradizione, rimasta in mano ai socialisti e alla Sinistra Arcobaleno. Oltre ad aver perso anche la natura, almeno sulla carta, pro-rights che la vecchia Unione prodiana aveva garantito nel programma.
Di froci, insomma, non si deve parlare se non come presunte vittime di una violenza che finalmente, dal 17 maggio 2005, ha trovato il suo vero nome: omofobia. Per questo questi vari componenti del Consiglio nazionale di Arcigay (tra i quali l’ex presidente Sergio Lo Giudice) ci dicono di votare PD. Complimenti per il grande passo in avanti. Fermo restando che dovranno sempre vedersela con la Binetti.
Unica nota positiva e di coerenza in tutta la contorta storiella finto-kennedyana è la firma che manca nel novello gayo appello pro Uolter. Tra i poco accorti consiglieri della comunità gay, infatti, non compare Aurelio Mancuso che di Arcigay è il presidente nazionale. Autore, con uno stile e dei verbi talora discutibili, di alcune prese di posizione forti. Strappò la tessera dei Ds, lo scorso anno, senza a quanto pare prendere quella del PD. C’era chi aveva detto, a suo tempo, che volesse fare un suo partitino tematico (se l’ha fatto Ferrara sull’aborto perché non potrebbe farlo Mancuso sui gay o il marito della scimmia Cita sulla curvatura delle banane?). In linea di principio, sebbene scarsamente condivisibile ai fini pratici, avrebbe più senso di una ennesima adesione a scatola chiusa al manifesto di un partito che sembra fatto più che altro delle belle parole e degli slogan del suo leader, oltre che della prepotenza cattolica che vi insiste dentro non meno che nel “nostro” Popolo della Libertà.
Ed eccoci alle dolenti note. Il nuovo listone che forse diventerà partito di Berlusconi e Fini. Niente di nuovo sotto il sole. I verbi del 1994 (che in sé sarebbero un bene), gli atteggiamenti del 2001 da sfigati e incolti (ma troppo sicuri di sé…Occhio alle sorprese!) prossimi marciatori su Roma ma con un Udc in meno (e non è poco in prospettiva), un Capezzone in più che rappresenta il futuro del movimento radicale in Italia, a fianco ai bravi, coerenti e coraggiosi Benedetto Della Vedova, Marco Taradash e Peppino Galderisi, sempre a fianco a GayLib negli ultimi Pride.
Non ci basta, tuttavia, e ci mancherebbe, a trovare la forza per fare appelli a chi e per cosa. Qui rimaniamo, però, in coerenza con la nostra battaglia culturale interna al movimento gay e al tempo stesso organica al centrodestra. In attesa che anche Berlusconi voglia fare davvero, nei fatti, l’americano. Organizzando delle Primarie vere su liste, idee e programmi. Così da capire una volta per tutte il vero pensiero del Popolo della Libertà.
Saremo, dunque, nel partitone a fare la minoranza. Come nelle vere assemblee democratiche. Da rompiscatole professionisti quali ci vantiamo di essere e senza il bisogno di sbandierare entusiasmi elettoralistici che, al momento, proprio non abbiamo. I nostri amici gay del PD avrebbero fatto molta più notizia se, come siamo pronti a fare noi nel PdL, anche loro nel PD al Veltroni-Obama fossero andati a dire a chiare note il loro sonoro No we can’t.
GayLib
Enrico Oliari e Daniele Priori.
Arcigay: Un documento "acchiappa-soldi" per ottenere il voto dei gay romani.
No al registro ma "nuove tutele e servizi per le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali, secondo le competenze dell'amministrazione".
(Dire) Arcigay Roma e Arcilesbica Roma hanno elaborato "una piattaforma rivendicativa che nei prossimi giorni sottoporranno ai candidati a sindaco e ai consiglieri per il Comune di Roma e per i diversi Municipi".
Chi sottoscrivera' il documento otterra' l'appoggio di Arcigay e Arcilesbica.
La piattaforma 'Batti il cinque alla comunita' lesbica gay e trans' si articola in cinque punti fondamentali "per la costruzione di una capitale europea, di una citta' moderna,plurale, aperta a tutte le culture e a tutte le identita'".
1. "Per l'asilo politico di gay lesbiche e trans perseguitati o condannati a morte in altri paesi- si legge nella proposta- Roma si attivi per far abolire le condanne a morte e per sostenere progetti di accoglienza e di cittadinanza".
2. Si chiedono dunque "nuove tutele e servizi per le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali, secondo le competenze dell'amministrazione, per rafforzare e incrementare i servizi e le opportunita' offerte a tutte le forme familiari, a prescindere dal tipo di riconoscimento giuridico, come ad esempio per quanto riguarda l'assegnazione delle case popolari e il sostegno economico alle giovani coppie".
3. Arcigay e Arcilesbica chiedono un impegno sull'analisi delle "condizioni di vita delle persone lesbiche, gay e trans, finalizzate a individuarne le problematiche e la percezione sociale dell'omosessualita' e della transessualita', per elaborare e incrementare i servizi rivolti alle persone lesbiche, gay e trans sul territorio".
4. La comunita' Glbt vuole inoltre "sostegno e riconoscimento delle iniziative culturali della comunita' lesbica, gay, e trans, riconoscendo le iniziative della Gay Street di via di San Giovanni in Laterano come luogo di aggregazione, visibilita' e dialogo". E ancora: "Valorizzare la funzione informativa e documentaria svolta sul territorio cittadino dalle biblioteche comunali incrementando l'acquisizione di testi relativi alle tematiche omosessuale e transessuale, e riconoscere e patrocinare il Gay Pride".
5. Si chiede infine, ai candidati sindaco, la promozione di "azioni formative nelle scuole, nella pubblica amministrazione, nelle aziende municipalizzate per il contrasto del bullismo, dell'omofobia e della transfobia".
--
Ndr. UN voto disinteressato? Non sembrerebbe... Un voto che serve poco al gay tapino ma serve molto alle istituzioni (vedi arcigay e, perchè no, Circolo Mieli che alla fine si vedrà "costretto" a partecipare al banchetto). Ma perchè GayLib non dice nulla?
Accordo Rutelli-Sinistra Arcobaleno ma ambiente e unioni civili i nodi da sciogliere. Inciucio con l'Arcigay romana?
(Dire) Corre insieme alla Sinistra "per la citta', perche' anche se a livello nazionale i percorsi si sono consensualmente separati, per Roma la strada da percorrere e' proprio questa". Con queste parole Francesco Rutelli ha sancito l'accordo per la corsa al Campidoglio con la Sinistra Arcobaleno, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche i 4 segretari nazionali di Prc, Pdci, Verdi ed Sd.
Rutelli ha garantito agli alleati che non sarà "un leader politico, ma il sindaco di Roma, facendomi garante dell'intera coalizione".
Rinviata per ora l'ufficializzazione di un ticket con Patrizia Sentinelli (Prc) come vicesindaco, il confronto tra le forze politiche del centrosinistra si basa tutto sui programmi. Fra i punti caldi l'ambiente e i diritti civili. Riguardo il primo tema il testo dell'accordo recita: "E' urgente un radicale investimento sulla raccolta differenziata e chiudere il ciclo dei rifiuti con il pieno utilizzo delle tecnologie di valorizzazione piu' moderne e avanzate". Sul fronte dei diritti, invece, non si parla di Registro delle unioni civili, perchè "sono le leggi dello Stato che disciplinano il regime delle unioni diverse dal matrimonio, e Roma vi si attiene". Ma si prospetta la realizzazione di "un Centro internazionale della cultura omosessuale, spazio civile di dialogo e creativita'".
Dal centrodestra arriva intanto sia una mano tesa che una critica a Rutelli. Il candidato del Pdl Gianni Alemanno, infatti, afferma di volersi impegnare "da subito con Rutelli su tre punti irrinunciabili: la legge su Roma Capitale, il federalismo fiscale e il Patto sulla sicurezza".
Poi però è lo stesso Alemanno ad accusare: "Rutelli per cercare di vincere le elezioni comunali di Roma ha resuscitato la vecchia alleanza tra democratici e estrema sinistra. E' un'ombra scura che torna sullo scenario romano".
---
Rutelli da un contentino a Fabrizio Marrazzo. Finanzierà un Centro internazionale di cultura gay.
Un centro internazionale della cultura omosessuale nella Capitale. È quanto promesso dal candiato sindaco del centro sinistra al Comune di Roma, Francesco Rutelli. L'annuncio è stato dato oggi in occasione dell'accordo fra Rutelli e la Sinistra Arcobaleno, che a livello locale, contrariamente a quanto avviene a livello nazionale, appoggia gli esponenti del Partito Democratico. E' probabile che tale centro, di cui fa cenno Rutelli, sia ospitato presso il nuovo spazio dato dal ex-sindaco Veltroni all'Arcigay e che quindi Rutelli, in sostanza, con tale dichiarazione ha fatto intendere a Marrazzo e soci che la loro "alleanza" sarà lautamente finanziata per costituire appunto tale centro.