Il ministro scioglie la riserva: si candida al Campidoglio. «Dai cittadini giudizio positivo e incoraggiante».
(Il Corriere della Sera) Francesco Rutelli scioglie la riserva. E, dopo dieci giorni di «ascolto della città», annuncia che si ricandiderà a sindaco di Roma per il centrosinistra. «Dichiaro la mia disponibilità a candidarmi a sindaco di Roma, non nascondo la mia emozione» ha detto il vicepremier in un affollatissimo teatro Vittoria, nello storico quartiere di Testaccio, luogo che Rutelli scelse nel 1993 per presentare la propria candidatura alla guida del Campidoglio contro Gianfranco Fini, all'epoca segretario dell'Msi. L'annuncio dell'ex primo cittadino della Capitale è stato accolto con un fragoroso applauso dai presenti in sala, fra i quali molti assessori della giunta Veltroni e il ministro Paolo Gentiloni. Poco prima di entrare nel teatro, il vicepremier si era fermato a parlare con alcuni cittadini firmando diversi autografi. In sala è stato distribuito un resoconto del tour romano che il candidato sindaco ha effettuato tra l'8 e il 15 febbraio, firmato dal «Comitato per Rutelli sindaco di Roma».
LO SLOGAN: «ROMA MERITA ASCOLTO» - Rutelli dunque annuncia di ricandidarsi e lo fa dopo aver verificato che ancora esiste uno stretto «legame di fiducia» con i romani e dopo dieci giorni di tour della città, dal quale è emerso un giudizio «positivo e incoraggiante» nei confronti della sua candidatura. «Ho ascoltato molte voci- spiega Rutelli- ho girato la città senza preavviso e senza filtri, senza una organizzazione preventiva. Mi sono recato in diversi quartieri per raccogliere opinioni, ma francamente c'era anche una mia esigenza personale di verificare la capacità di riannodare un legame diretto di fiducia a distanza dalla mia esperienza di sindaco e dopo anni di impegno nella politica nazionale». Sul campo Rutelli conferma di aver poi verificato «non solo la condivisione» di quanto c'è ancora da fare per Roma, ma anche i risultati dei «brillanti sette anni della giunta Veltroni». Il primo slogan messo in campo è «Roma merita ascolto»: campeggia alle spalle di Rutelli mentre il candidato alla guida del Campidoglio parla dal palco del teatro Vittoria.
SFIDA CON FERRARA, STORACE E CIOCCHETTI - A questo punto i candidati certi della corsa al Campidoglio, che terminerà con l'election day del 12 e 13 aprile, sono tre: Rutelli per il Pd, Francesco Storace per La Destra e Luciano Ciocchetti per l'Udc. Ancora senza conferme invece la candidatura di Giuliano Ferrara, per il Pdl. «Fare il sindaco non sarebbe la mia aspirazione, ma siccome delle persone che mi stimano molto e con le quali mi apparenterò me lo chiedono, lo farò» ha detto il direttore del «Foglio» e leader di Pro life. Ma il sì definitivo alla candidatura a sindaco di Roma, ha spiegato Ferrara, arriverà solo in «caso di apparentamento tra la sua lista Pro life e il Pdl».
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lunedì 18 febbraio 2008
Elezioni. Rutelli ha deciso: «Corro per Roma».
Pd: più vicina intesa con radicali, Bettini media.
(Ansa) Un Pd in “rapida ripresa” nei sondaggi è deciso a portare a casa la ‘partita’ con i Radicali. Un interesse testimoniato dal fatto che il compito di mediare con Bonino e gli altri è stato affidato al braccio destro di Walter Veltroni, Goffredo Bettini. Da giorni il coordinatore del Pd tiene un ‘filo diretto’ con Marco Cappato e Rita Bernardini e questa sera si è tenuto un nuovo incontro con l’europarlamentare radicale. Una riunione che fonti del Pd definiscono interlocutoria ma positiva e che avrebbe determinato passi in avanti per la definizione di un’intesa. Il via libera all’accordo, quindi, potrebbe arrivare già domani, quando, dopo che il Pd l’avrà messa nero su bianco, i radicali saranno chiamati a dire un sì o un no alla proposta dei democratici. La riunione di questa sera tra Bettini e Cappato, arriva il giorno dopo l’appello di Veltroni ai Radicali dal palco dell’Assemblea Costituente del Pd. “So che il partito radicale e quella storia - li aveva blanditi ieri Veltroni - non intendono sciogliersi. E per questo ribadisco che la soluzione migliore è che liste del Partito Democratico si aprano ad Emma e ai dirigenti radicali. Così riusciremo a far convivere l’identità radicale e la presenza nelle istituzioni della Repubblica. Voglio rinnovare ancora una volta l’invito a Emma Bonino e al suo partito ad essere con noi per continuare la bellissima esperienza che lei ha fatto come ministro capace ed autorevole”. Dopo il nuovo incontro di questa sera, dunque, l’intesa parrebbe più vicina e potrebbe avere il via libera già domani. In effetti, la riunione Pd-Radicali si sarebbe chiusa con l’impegno da parte dei democratici di mettere per iscritto la piattaforma per l’accordo con l’indicazione del numero di radicali che verrebbero accolti nelle liste del Pd e alcune soluzioni per valorizzare la loro presenza nel loro futuro gruppo parlamentare. Nei giorni scorsi la proposta, resa esplicita oggi da Pannella, era quella di una drappello (quattro o cinque) di radicali in lista, di una posizione da capolista per Emma Bonino con l’assicurazione che, in caso di vittoria, resterà ministro. E di una valorizzazione in campagna elettorale di alcuni dei temi peculiari dei radicali, come le battaglie sui diritti civili. L’intesa che si prospetta, però, non comprenderebbe Marco Pannella che oggi invita comunque a “portare avanti il dialogo e concludere quello che si può concludere”. In effetti il leader radicale, sul quale - accusano Bernardini e gli altri - è stato posto una sorta di veto (anche attraverso le norme statutarie sui limiti di età nel Pd) sembra caldeggiare in qualche modo un’intesa che potrebbe comportare anche un suo sacrificio: “i margini sono da creare - è il suo invito - ma dobbiamo tentare fino alla fine, con questi bisogna negoziare”.
Sindaco a Roma. Ecco chi è Rutelli.
(Corvacci) Forse Rutelli si candida a ri-sindaco di Roma, la nostra legge lo consente, l’unico paese in cui si consente di superare due mandati, tanto per conservare i privilegi della Casta, visto che in Italia a 60 anni si è considerati giovani in politica. Altrimenti come fanno a mantenersi incollati alla poltrona fino a 90 anni?
Ma vediamo chi è RUTELLI:
figlio di agiati borghesi con lussuosa villa all’EUR, dove stanziano giorno e notte due poliziotti fissi, (ecco perchè la polizia non gira per strada, fa la guardia ai beni immobili dei politici), con padre architetto e nonno direttore dell’Accademia di Belle Arti. Niente di strano, gira con ben 2 macchine di scorta, non ne ha nessun bisogno (vi risulta che qualcuno abbia mai preso di mira un ministro? Mai, l’unico fu Aldo Moro, ma ci pensò la DC), però fa sentire tanto importanti. E’ risaputo, i politici che contano vanno in giro con la scorta e più ne hanno più contano.
Da giovane fu fervente cattolico, partecipò anche al concorso “Veritas”, indetto dal Vaticano, questo fino al 1976 quando cambiò idea entrando nei Radicali, e soprattutto conoscendo molto da vicino Marco Pannella, con cui “convisse” per parecchi anni. Un vero colpo di fulmine, un capovolgimento di idee e un improvviso anticlericalismo.
Infatti nel 1979 con lo scrittore Carlo Cassola fondò la rivista “L’Asino”, fortemente anti-papalina. Come pacifista ed ecologista finì in carcere per aver incitato i soldati alla disobbedienza contro il nucleare, durante una manifestazione per la chiusura della centrale di Latina.
Furono anni di fuoco, nel 1980 in Sicilia, a Giarre, scese in piazza a difendere i diritti dei gay, da cui nacque l’associazione “Arcigay Rutelli“. Niente di male, i gay hanno diritto come gli etero. Rutelli fece carriera, infatti nel 93, grazie alle sue capacità o grazie a Pannella, divenne capogruppo radicale.
Ma tutte le storie hanno un termine e nell’89 il giovane Rutelli abbandonò Pannella e si mise coi Verdi, stabilendo un’altra “calda amicizia” con Bettino Craxi. Bobo Craxi scrisse di lui: “Nel PSI nessuno adottò atteggiamenti servili verso Craxi e i suoi vice come quelli che Rutelli normalmente adottava”.
Grazie ai verdi, dopo quattro anni diventò Ministro dell’Ambiente ma tutte le storie hanno un termine, così ruppe anche l’amicizia con Craxi, ma non basta, doveva proprio avercela a morte perchè si dimise per protesta contro il Parlamento che aveva negato l’autorizzazione a procedere contro Craxi. Capperi, ci doveva aver litigato di brutto.
Rutelli aveva un non so che che lo spingeva sempre a cambiare, una strana irrequietezza, per cui mollò i Verdi e aderì al patto di Mario Segni. Chissà, forse una maturazione? Comunque durò poco perchè mollò pure Segni e si iscrisse al PDS, per guadagnarsi la poltrona a sindaco di Roma.
Ah ecco, mi sa che il pungolo che gli faceva cambiare vestito veloce come Fregoli era la carriera politica. Sembra che riuscisse a vincere la poltrona di Roma grazie all’appoggio televisivo di Maurizio Costanzo, cui promise e consegnò il posto di assessore alla giunta comunale di Roma, che poi che c’entrava Costanzo col comune non si capiva.
Ma si avvalse anche dell’aiuto della moglie Barbara Palombelli, sposata solo con rito civile nel 1982, giornalista de La Repubblica, che attraverso il giornale gli fece non poca pubblicità. E’ quella stessa Palombelli che oggi da giornalista di Repubblica è passata a giornalista di Mediaset, perchè Berlusconi, si a, paga di più; si sa, la carne è debole, e quella dei coniugi Rutelli è debolissima.
Anche nel sesso Rutelli è trasformista e va nelle due direzioni. Ma anche qui nulla di male, un bisessuale ha diritti come gli etero o come i gay o come i trans ecc.
L’anticlericalismo procede spedito e irruento, tanto è vero che, durante il primo mandato di Roma, issò la bandiera vaticana a Campidoglio per protesta, indicando che a Roma comandava lo strapotere del Papa. Bisogna capirlo, le pressioni della Chiesa sui politici non sono una cosuccia da niente.
Comunque fu riconfermato sindaco nel 1997, e qui avvenne il miracolo. Chissà: un sogno, una visione, un angelo, fattostà che improvvisamente Rutelli si convertì al Cattolicesimo.
Durante i due mandati si scontrò con il sovraintendente ai beni culturali Adriano La Regina, vero intenditore d’arte, quello stesso che ha stigmatizzato Veltroni per la truffa degli obelischi di Roma, mai restaurati ma avvolti per treanni nei tubi innocenti solo per guadagnarne la pubblicità che vi faceva appiccicare su.
Qualcuno mormora che lo fece per scalare vertici più alti, ma le male lingue non mancano mai. Fattosta che si precipitò a sposarsi in chiesa nel 1995 in vista dell’Anno Santo del 2000. Fosse questa la spinta alla conversione? Eh già, avere nelle mani il business di un Giubileo farebbe gola a tanti. e Rutelli non fece eccezione. Da quel momento lo vediamo a braccetto coi cardinali, e per essere più convincente si defilò per la prima volta dal World Gay Pride del 2000, Gay Pride cui non aveva mai mancato e per cui si era battuto.
La comunità gay si risentì non poco del tradimento del compagno di battaglie e Pannella commentò “Stava con noi quando aveva i pantaloni corti e ora sta coi vescovi, ha fatto la comunione in tutte le parrocchie di Roma”.
Ma la via dell’Opus Dei era ormai imboccata. Per il Giubileo aprì alla mafia ben 700 cantieri, il suo mandato era agli sgoccioli e doveva racimolare il massimo. Roma divenne invivibile con cento strade bloccate dai lavori dove, come al solito, non si vedeva mai un operaio, perchè la mafia non si sporca le mani, ma subappalta a un’aziendina che si fa i lavori uno alla volta, con pochi operai altrimenti costa troppo.
Non pago dei cantieri fece un’altra prodezza: ordinò la smobilitazione del Complesso Di S. Maria della Pietà a Roma, un bellissimo parco con padiglioni fine ottocento che accoglievano i malati di mente nonchè sezioni staccate dell’Università La Sapienza dove si faceva ricerca.
Con la scusa della ricerca, un gruppo di medici, psichiatri, biologi e psicologi lavoravano in equipe per aiutare col solo ticket minimale (e spesso anche senza) una folla di malati mentali che non avrebbero mai avuto i soldi per curarsi. Ma l’ordine di Rutelli fu drastico: renderli tutti autonomi entro un anno e poi via tutti, perchè lui doveva costruire nel parco gli alberghi per i pellegrini del Giubileo, per cui tutto da demolire.
In più, nel comprensorio c’erno padiglioni che accoglievano psicotici non in grado di gestirsi, persone totalmente deliranti che vivevano lì da una vita, totalmente inebetiti e incapaci di gestirsi. Ma Rutelli assunse i cosiddetti assistenti sociali, psicologi in erba disoccupati, occupati a tempo e sottopagati, a cui ordinò di insegnare ai malati a gestirsi, fare la spesa, cucinare, pulire la casa, pagare le bollette ecc. In due anni doveva avvenire il miracolo, nonostante i malati (tutti dementi gravi che provenivano dal manicomio precedente tipo lager) avessero una paura fregata già ad uscire dal comprensorio, sia pure accompagnati.
Vi furono cartelloni, proteste, i malati andarono in TV a scongiurare il sindaco che non li gettasse in mezzo a una società che li terrorizzava, ma fu tutto inutile, Rutelli non rispose mai, e tutti furono gettati allo sbaraglio.
Ricordo una psicologa che mi riferì costernata: - La mia paziente aveva imparato a fare tutto, le avevamo preso un miniappartamento in affitto, arredato con beni di fortuna ma in fondo grazioso, il lunedì successivo doveva trasferirsi alla nuova casa, sembrava tranquilla, ma la domenica morì d’infarto. - Quei malati finirono per strada, come barboni, a morire di polmonite o di infarto, ma i padigioni furono liberati.
Da notare che quel complesso sorse a fine ottocento per un’opera di carità di una nobile che la cedette al comune per accogliere gli orfani.
Poi il Papa gli disse che era stato un lavoro inutile perchè l’accoglienza l’avrebbe fatta la Chiesa, i B&B l’avrebbero fatta le monache, quei soldi entravano al Vaticano, tutto guadagno senza tasse fin da allora, perchè pensionati e B&B figuravano come monasteri e nessuno osava confutare.
Ancora oggi si litiga sulla destinazione del comprensorio, perchè il suo valore fa gola a dx e sx. Un tempo sede manicomiale, con quei terribili luoghi di detenzione ove accadeva qualsiasi sopruso, giustamente chiuso per la legge Basaglia, poteva essere ristrutturato per organizzazioni sanitarie umane, ma dove non c’è business non ci si muove, e i bei padiglioni cadono a pezzi destinati al crollo.
Dal Messaggero di S. Antonio, perchè ormai Rutelli scrive sui giornali cattolici, sul giubileo disse che il suo era: - Un approccio di servizio. Il mio compito è di servire un avvenimento che entra a far parte della storia della mia città: senza gli anni santi, dal 1300 in poi, Roma non avrebbe il suo volto moderno di città civile, oltre che la sua impareggiabile funzione e autorità morale e religiosa. Personalmente sono cristiano, ho una formazione cattolica e una lunghissima militanza politica laica. Queste due storie della mia vicenda personale mi permettono di vivere in semplicità e con spirito di servizio, che è ancor più accresciuto con la mia nomina a commissario straordinario per il Giubileo per la città di Roma –
Dichiarò che a Roma c’erano oltre 700 cantieri aperti, di cui 130 per il giubileo. Ce l’aveva fatta, si era aggiudicato il titolo che gli permetteva di maneggiare una montagna di soldi, ben 13000 miliardi delle vecchie lire (equivalente oggi a 26 miliardi di euro, una grossa finznziaria) con cui fece restaurare le chiese e trasformò i conventi in alberghi, cosicchè il Vaticano ci guadagnò tre volte: oltre ad aver ottenuto dallo stato i soldi per farlo, ha fatto pagare dai pellegrini pellegrini per farli dormire e non ha sborsato un euro di tasse.
E Rutelli che ci guadagnò? Ci fu la corsa folle al mangia mangia, tanto preso a speculare su quei soldi che lasciò all’Europa un contributo europeo per Roma di 750 milioni di lire che non riuscì a destinare alla capitale. Non ne ebbe il tempo, si scusò Rutelli, in effetti lui appozzava sui miliardi, che gli importava dei milioni? E soprattutto di Roma?
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2000/un15/art1083.html
Solo a Roma, sono stati investiti 13.000 miliardi (2.800 dello stato, gli altri del comune di Roma, delle ferrovie pubbliche, degli altri enti locali ed una piccola parte dei privati). Soldi presi dalle tasche di tutti i cittadini, anche dagli atei come me, con le tasse, che, ovviamente, la chiesa non paga.
Visto che siamo in Italia, oltre a finanziare spudoratamente una manifestazione privata (tale è il giubileo cattolico) con soldi pubblici, non si sono neanche creati il problema di renderne trasparente la gestione, per cui si stanno perpetrando colossali ruberie ai danni di tutti i cittadini italiani, sempre con la scusa del giubileo e con la complicità interessata della chiesa.
La gestione dei fondi di questo Giubileo è quanto di più arbitrario si possa immaginare; la cosa paradossale è che potrebbe essere perfettamente legale anche l’assegnazione di tutti i fondi ad una singola persona senza la realizzazione di una sola opera pubblica.
I 6.000 miliardi stanziati per l’anno santo dallo stato sono gestiti dall’”Agenzia per il Giubileo” (gestita da Rutelli). Quest’agenzia non è un ente pubblico o un dipartimento ministeriale, ma una società per azioni (come la FIAT o la Telecom) che, senza alcun tipo di controllo (senza gare d’appalto, vincoli o altro) gestisce i soldi pubblici assegnategli. La cosa paradossale è che l’agenzia era nata con questa forma (tirandosi dietro gli strali dell’Unione Europea che vieta il finanziamento di un’azienda privata con fondi pubblici) con la scusa di fare in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici una nuova linea di metropolitana a Roma.
Tutti sanno che, a Roma, basta scavare un buco in terra per trovare una statua romana; figuratevi con che credibilità pensavano di costruire, dal nulla, una linea di metropolitana in 5 anni attraverso il centro della città. Il risultato è che la metropolitana non si farà (e non si è fatta) ed i soldi verranno spesi senza alcun controllo…. Il libro più caro del mondo non è qualche testo miniato medioevale, o magari un codice leonardesco, ma un libretto di 54 pagine, scritto in pessimo italiano, assolutamente generico ed inutile (con affermazioni del tipo “Se il dollaro sale verranno più turisti americani, se il dollaro scende un po’ meno”) intitolato “Piano degli interventi per il giubileo“: è costato 95 miliardi. - (= 210 milioni di €, Rutelli è famoso in tal senso visto il famoso portale internet, di cui parleremo, che è costato 48 milioni di €). Insomma come mangia Rutelli pochi riescono, ma il genuflettersi al Vaticano varrà pur qualcosa!
Questo è Rutelli.
Nel 2001 si candidò per il centro-sinistra contro Berlusconi e perse. Lamentò che per risalire la china nell’Ulivo, dovette “mangiare pane e cicoria”, cioè ingoiare bocconi amari.
Cioè o raggiunge i vertici o si avvilisce, lo vada a raccontare alla gente che in Italia muore di fame, perchè quelli pane e cicoria se lo mangiano davvero, e senza metafora. Nonostante le amarezze nel 2001 divenne presidente nazionale della Margherita.
Ma non bastava ancora, la fame di Rutelli è insaziabile, così è diventato co-fondatore e co-presidente, insieme a Francois Bayrou, del Partito democratico Europeo (PDE). Altra carica, altro lauto stipendio, che naturalmente paghiamo noi.
Insomma la guida del comune di Roma si arricchì notevolmente, appoggiando come i suoi predecessori gli ex clienti e politici DC, le stesse losche aziende di ciclo dei rifiuti, nonché di holding edilizie dello stesso stampo. Infatti, secondo lo stile mafioso, a Roma si aprirono un’infinità di cantieri su cui non lavorava praticamente nessuno, con pochi extracomunitari arraffati dalle appaltanti mafiose che non fornirono loro alcuna sicurezza, tanto è vero che ci fu una morìa in quei cantieri.
Soprattutto senza che un solo giornale indagasse sull’operato, per quell’omertà fra destra e sinistra che copre gli inciuci mafiosi. In più consegnò alla moglie Palombelli, (nonchè alla moglie di Costanzo, per ringraziarlo per la pubblictà mediatica) la gestione degli autoparchi vigili per le auto rimosse, aumentandone a dismisura multe e costo del parcheggio, nonché la gestione degli autobus turistici romani e la gestione del transito di battelli turistici sul Tevere.
Ormai dimentico del suo ruolo di pacifista appoggiò la guerra in Iraq, nonché alla Conferenza Episcopale Italiana e in Vaticano, l’ostracismo ai gay, disapprovando le loro richieste di equiparazione di coppie di fatto alle coppie matrimoniali, sostenendo le campagne antigay di Ruini e di Papa Ratzinger.
Si oppose allo stesso modo, con la stessa faccia di bronzo, al referendum per l’abrogazione della legge papalina sulla fecondazione assistita, al diritto all’aborto, alla ricerca sulle cellule staminali, al riconoscimento delle coppie di fatto etero e gay, battendosi invece a favore del finanziamento delle scuole religiose private. Insomma a favore di tutto ciò che dava soldi alla Chiesa, sono queste le regole dell’Opus Dei, tu ci appoggi le leggi che ci assegnano soldini e noi ti diamo le cariche che ti portano soldini. Delle tesche degli italiani chissenefrega, che paghino e tacciano.
Ma la sua faccia tosta non ha limiti, perchè pur avendo tradito la comunità gay di cui faceva parte, nel 2001 si rivolse al sito Gay.it per avere il sostegno dei voti gay. Lo stesso sito che poi scrisse: - Ci andrebbe di sbanderargli la dichiarazione del novembre 2007 su Eva Tremila del porno attore etero Omar Galante: “Vorrei girare un film gay con Rutelli!”. -
In più, nell’ultimo governo in qualità di Ministro della Cultura, Rutelli si è mangiato 48 milioni di € per un portale on line che doveva diffondere l’immagine turistica dell’Italia nel mondo. Un sito da vergognarsi, brutto stilisticamente e privo di notizie. Il sito Italia.It dopo un anno ha chiuso perchè bruttissimo e non aggiustabile.
Ora Rutelli dice che no, che erano solo 7 milioni di €, ma non è vero, lo so per certo, se ne è beccati 48 milioni, a pagare 2000 € al mese un grafico, ci costava 48.000 € l’anno, e lo potevamo pagare per mille anni, oppure potevamo assumere duecento persone per 50 anni, cioè fino alla pensione.
Così i politici rubano i nostri soldi mentre tanta gente muore di fame e di freddo perchè non può pagarsi la casa.
E uno così lo facciamo di nuovo sindaco?