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giovedì 21 febbraio 2008

Già, perché mai un gay dovrebbe votare per il PD?

(Vecchi froci) L’ambiente, le tasse, la spesa pubblica, la legalità (quella di Di Pietro o quella dello stato di diritto?), tante belle cose molto “economiciste”. Noi, nei 12 punti del PD non ci siamo. E infatti una quindicina di gay del PD, da Scalfarotto a Benedino, scrivono un pezzo sull’Unità che difende il loro lavoro nelle commissioni, chiede visibilità per i contenuti e spazio per senatori e deputati dichiaratamente omosessuali. Cioè testimoniano il loro impegno e ammettono la difficoltà della situazione attuale. Cercando di rispondere in positivo alla domanda “Perché un gay dovrebbe votare per il PD?”. Da Ivan si accende un dibattito.

Riassumerei così la questione: un gruppo di gente seria e onesta ci chiede di sostenerli in una battaglia disperata, senza riuscire a rispondere alla domanda che essi stessi ci pongono. Il voto cioè dovrebbe essere per loro, non per ciò che sono riusciti ad imporre. Ma, Ivan, non avevi tu stesso fatto ragionamenti interessanti sulla lobby gay estranea ai partiti ma capace di far pressione su tutti?

Per me, al momento, la risposta alla domanda resta: “per nessuna ragione”. Ci fosse la preferenza sulla scheda, l’idea sarebbe perfino considerabile, ma allo stato attuale si tratta di votare il pacco che comprende la Binetti, in migliore posizione, e poi voi. Non ho alternative pronte in tasca, ma scusate, perché, a meno di una sconfitta devastante, dovrebbero darvi domani lo spazio che vi negano oggi?

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