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martedì 26 febbraio 2008

I laici e la ricerca dell´ultima frontiera "Zapatero e Binetti possono convivere".

(Alessandra Longo - Il Corriere della Sera) L´errore politico c´è e Stefano Rodotà lo ammette: «La cultura di sinistra ha delegato per anni la questione etica alla Chiesa».

Un appalto pericoloso che ha messo in difficoltà quei tanti cattolici che dissentono dalle iniziative e dal linguaggio dell´establishment ecclesiale ma non si sono sentiti "coperti" dall´altra sponda e perciò ora se ne stanno silenti. Monopolio regalato.

I laici ammettono di aver capito in ritardo, rispetto all´Oltretevere, la posta in gioco, la «vera sfida», che è soprattutto una: il terreno della scienza e dei suoi progressi nel XXI secolo.

Roma, fuori c´è il sole, dentro una sala strapiena di politici, intellettuali, cosiddetta società civile. Tutti a ragionare, anche facendo autocritica, di «Laicità, nuovo civismo e valore della persona». Il seminario nasce dentro il Pd, voluto dal ministro Barbara Pollastrini, da Albertina Soliani e Gianni Cuperlo, un primo appuntamento che dà seguito a quella lettera-appello sulla laicità, sostenuta da 1200 adesioni.

Voglia di dialogo ad armi pari fra le due "anime" del nuovo partito. Cioè, semplificando brutalmente, tra Umberto Veronesi e Paola Binetti, tra lo scienziato e la signora col cilicio, due estremi che, per il momento, non si toccano.

Il primo, scelto come capolista al Senato in Lombardia, è difeso dalla Pollastrini («Sono contenta per l´ingresso di culture ed esperienze che ci aiutano a conoscere il mondo»), la seconda, un po´ a sorpresa, trova un avvocato d´ufficio in Gad Lerner che spariglia e provoca: «E´ sbagliato provare fastidio per la Binetti. Lei non è un retaggio clericale d´altri tempi, al contrario, con il suo cilicio e l´Opus Dei, è una figura modernissima, perciò è normale che stia nel Pd».

In sala, la faccia perplessa di Ivan Scalfarotto, i volti impassibili di Giovanni Berlinguer, Ignazio Marino, Liliana Cavani, Sergio Staino, Vincenzo Vita, Khaled Fouad Allam, Moni Ovadia. Dunque, Binetti «figura modernissima».

E allora Zapatero? urlano dalla quarta fila. Proprio qui vuol arrivare Lerner: «Piace anche lui. Ed è per questo che non dobbiamo più dividerci tra cattolici e laici, non dobbiamo riproporci in maniera identitaria. Se tifate Barack Obama, sappiate che in tutti i suoi discorsi c´è più di un riferimento a Gesù...».

Gian Enrico Rusconi, contrario all´uso smodato del dubbio, conforta i presenti con una certezza: «La pluralità dei valori non è negoziabile in democrazia, è un principio costituzionale», dunque non si tocca. Si guardi al futuro.

Il vertice del Pd ha promesso che, in caso di vittoria, farà subito leggi su temi «eticamente sensibili». Ci si può accontentare? Ignazio Marino (Rodotà ne elogia il martirio al Senato: «Lo hanno ingabbiato») preferisce giocare d´anticipo: «Non so se sarò eletto, se saremo maggioranza o opposizione. So che depositerò comunque il disegno di legge sul testamento biologico».

Clima rilassato, forse c´entra anche l´accordo con i radicali. Mercedes Bresso, governatore del Piemonte, fa outing: «Sono un´atea orgogliosa e, come tale, non mi dispiacerebbe una componente laica nel Pd». Claudia Mancina la boccia: «Laico, nell´approccio, deve essere tutto il partito»).

Alla quinta ora, la sintesi si va delineando: «Il cardinal Ruini teme il Pd» proprio perché, come dice l´onorevole Walter Tocci, «è l´unica cosa grande» nata in risposta «al vero partito politico» rimasto sulla piazza italiana, quello della Chiesa. Dunque, avanti così: laici e cattolici insieme, perché è questa la frontiera della «nuova laicità».

1 commento:

Anonimo ha detto...

io voto a destra ma non mi ritengo un idiota.

vi segnalo il mio pezzo "regalare voti al PD" su

www.laconoscenzarendeliberi.splinder.com

Marco Panattoni

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