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giovedì 20 marzo 2008

Grillini, sindaco dei frociani.

(Insy loan e lo stato delle case) E’ già brutto essere trombati dalla scena politica nazionale venendo declassati a candidato sindaco per Roma, ma essere trombati pure da Grillino (metaforico o meno è comunque una scena splatter alla sola idea) potrebbe essere davvero troppo.
Ipotesi quanto mai possibile visto che Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcighei (per chi non lo sapesse, “arci” non sta ad indicare l’essere iper-ghei ma è il nome dei circoli che fanno capo alla sinistra, ma non chiedetemi quale), si candida a sindaco di Roma in diretta concorrenza con Francesco Rutelli.
Ma ve lo immaginate che spasso sarebbe?
Roma cambierebbe definitivamente il suo volto e, con esso, anche molte altre cose.
A Monte Caprino, che tra l’altro si distende proprio alle pendici del Campidoglio, verrebbero tolte le cancellate puntute (acquistate per un niente dallo smantellamento del carcere di massima sicurezza di Alcatraz) che il comune di Roma mise qualche anno fa ufficialmente per proteggere dai furti 4 frammenti di colonne romane rotte e abbandonate, ma che in realtà servivano per evitare ai ghei capitolini di andare di notte a giocare a nascondino dietro le fratte. La giunta comunale approverebbe immediatamente la proposta di disseminare qua e la comode lettighe in stile impero (romano) per rendere più comodi gli incontri, approntando dei ciringhiti per sorseggiare un aperitivo al tramonto.
Verrebbero aboliti gli epiteti offensivi contro i ghei e così le grattachecche (NdR: le granite dette alla romana) vendute lungo il Tevere sarebbero ribattezzate Grattaomosessuali.
Se Grillini vincesse, finalmente il ghei più brutto di Roma troverebbe qualcuno a cui cedere questo primato infame.
Tre quarti dei sacerdoti della santa sede potrebbero chiedere asilo politico come i monaci buddisti in fuga da Tibet e il cinghiale selvatico verrebbe riportato a prolificare a villa Borghese come ai tempi del cesaro-papato per far divertire le lesbiche senza mandarle fino alla riserva naturale di Paliano.
Metterebbero delle aree di sosta (note presso la popolazione omorechia come luoghi d’aggregazione e scambio culturale al pari degli oratori salesiani per i fanciulli) non solo sul raccordo anulare ma anche a piazza Farnese e largo Goldoni (ci sarebbe anche piazza San Pietro ma pare che Benny abbia detto che l’area circondata dal colonnato del Bernini, è già più che sufficiente).
Il 28 giugno, ricorrenza del ghei praid, sarebbe festivo come il 25 aprile e nessuno lavorerebbe tranne centri estetici e marchettari.
Forse non occorrerebbe neppure più fare il praid così molti finocchi smetterebbero di dare addosso alla manifestazione, molti etero la pianterebbero di usare il termine “carnevalata” tornando giustamente ad adoperare il termine per descrivere propriamente lo stato della nostra politica e io finalmente potrei smettere di morirmi dal caldo durante il tragitto.

1 commento:

Blog ufficiale del Circolo Democratici Ina Casa ha detto...
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