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giovedì 13 marzo 2008

Provocazione. La zingarata della Sinistra-Arcobaleno.

(Meslier) Se si candida alle elezioni una pornostar, ci può stare, anche se con qualche forzatura, l'idea che si tratti di una candidatura provocatoria. Con qualche forzatura perché, fino a prova contraria, una pornostar è una cittadina come le altre e gli altri.

Se si candida un transgender, già la cosa va meno bene, perché il trans non è necessariamente un personaggio pubblico, che fa un mestiere moralmente discutibile (come per alcuni è quello della pornostar, che implica la mercificazione, la spettacolarizzazione e la banalizzazione del sesso). Ma trattandosi nella fattispecie di Vladimir Luxuria, caustico personaggio dello spettacolo, concediamo pure (senza condividerlo) che la candidatura di una cittadina così "eccessiva", anche nelle scelte estetiche (sebbene ultimamente molto sobrie, a dire il vero), sia stata una forma di provocazione verso una certa cultura benpensante (per usare un eufemismo).
Ma, di grazia, perché la candidatura di una cittadina di origini rom, dovrebbe essere una provocazione?
Aiutatemi a capire l'incipit di questo fantastico articolo (a firma di Nino Luca) pubblicato sul sito del Corriere:
"Dopo la pornostar Cicciolina, il transgender Luxuria, arriva una nuova candidatura provocatoria per il parlamento italiano: la zingara. Dijana Pavlovic, serba e romni (donna di etnia rom), attrice e mediatrice culturale è, infatti, la numero 8 della lista della Sinistra Arcobaleno alla Camera."
Insomma, essere una rom ed essere una pornostar, è un po' come se fosse la stessa cosa.
Ora, davvero c'è bisogno che io ricordi l'abc della convivenza civile, osservando che tra il fare l'attrice porno e l'essere rom, c'è una differenza sostanziale, e cioè che il primo è il frutto di una scelta, il secondo no? Come può essere "provocatoria" un'appartenenza etnica che non si è scelta?

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