(L'Unità) Al Palacongressi di Firenze assemblea dell' associazione per la sinistra unita e plurale alla quale prendono parte, tra gli altri, Giovanni Russo Spena, Paolo Cento, Paolo Ferrero, Gennaro Migliore, Piero Sansonetti e Niki Vendola . Nella grande aula sono confluite da buona parte dell' Italia del nord e del centro circa un migliaio di persone.
Assemblea in piedi e un minuto di applausi per Niki Vendola, presidente della regione Puglia. È necessario «sorvegliare le parole delle prossime ore» essere «cauti» avere «amore e attenzione per questa comunità e consentirle di rialzarsi in piedi», ha esordito Vendola. «Bisogna ripartire da qui - ha detto - dall' analisi della sconfitta. E ci sono due modi: uno che è nella tradizione della peggiore storia sinistra ovvero la ricerca di capri espiatori e colpevoli». A questo, Vendola non vuole «partecipare».
«Anzi- spiega - mi iscrivo alla lista dei colpevoli perchè credo che qualunque dirigente a qualsiasi livello si debba sentire colpevole». «Io - ha proseguito - vorrei partecipare alla discussione sulle cause, bisogna sorvegliare le parole nelle prossime ore, essere cauti, avere cura e amore per questa comunità per consentirle di rialzarsi in piedi».
Il dolore, ha proseguito Vendola nel suo intervento, può essere «una lente di ingrandimento per capire di più e cominciare un altro percorso. Non è vero che chi cade può solo rialzarsi, ci sono anche quelli che si divertono a spezzarsi le gambe e questo io non lo voglio». «Nella società - ha aggiunto - c'è stato un sommovimento straordinario, un cambiamento grande rispetto al quale abbiamo strumenti analitici e strategici asfittici, desueti, poveri e ce la caviamo solo con un pò di sociologia della catastrofe. L'impressione è che il nostro discorso sia sempre un po' artificiale ed esteriore, un discorso di chi non capisce più il territorio del lavoro non per snobismo radical-chic, ma perché quei territori del lavoro hanno subito una trasformazione grande».
Forse, ha concluso Vendola, «noi dovremmo umilmente, piuttosto che parlare di precari, ascoltare i precari. Il punto non è la domanda politica e sociale di cambiamento, il punto è la nostra offerta politica che è apparsa rinsecchita, povera, un'improvvisazione elettorale. Così è apparso l'Arcobaleno». E «a chi chiedeva come è potuto accadere - ha sottolineato Vendola - bastava vedere tutti i commenti della sinistra arcobaleno dopo la disfatta. Era la controprova che la Sinistra Arcobaleno era stata materia gassosa, non c'era dietro un progetto, un convincimento, una storia, qualcosa che entrasse nell'immaginario».
Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, ha annunciato di non essere candidato a segretario di Rifondazione comunista. «Il partito - ha detto - deve fare una discussione e decidere chi deve dirigerlo. Sono il primo responsabile di questa sconfitta e non cerco capri espiatori. Non se ne può più di campagne di stampa in questo senso». Penso che sia assolutamente necessario ripartire dalla discussione collettiva che credo vada allargata nei prossimi giorni: riaprire una discussione politica larga e non sequestrarla negli apparati ristretti». La riorganizzazione del partito «deve riguardare come si valorizzano tutte le militanze che ci sono, di come si ridiventa un punto di riferimento per la gente che soffre». «Il fatto che dentro un partito in cui si apre una discussione - ha aggiunto - ci debba essere una gestione che tenga conto di tutte le opinioni e di tutti i punti di vista è semplicemente un passaggio di democrazia».
Per il capogruppo alla Camera del Prc Gennaro Migliore «sicuramente il gruppo dirigente è dimissionario ed è chiaro che non può essere riproposto da qui al congresso e che il congresso deve essere una fase di discussione vera». «Anticipare questa discussione - ha aggiunto - significherebbe fare del congresso una vuota rappresentazione di ciò che si è compiuto prima. Io penso che la parola debba essere data agli iscritti; per questo non si riparte dagli organismi dirigenti ma si riparte dalla base».
Migliore, rispondendo a chi gli ricordava l'invito di Diliberto a ripartire dal simbolo comunista, ha osservato che «quello che non possiamo fare è tornare sic et simpliciter a Rifondazione pre 1998. Quella è una scadenza che per noi ha segnato un processo di autonomia: nel '98 abbiamo scelto l'autonomia della sinistra rispetto al quadro del governo e abbiamo investito nei movimenti. Diliberto propone di tornare a prima del '98 e non capisco questo cosa c'entri con il percorso di ricostruzione della sinistra».
Momenti di paura per Aldo Tortorella, esponente storico del Pci, che è stato colto da malore subito dopo aver terminato il suo intervento. Scendendo dal palco per tornare a sedersi in platea, l'81enne Tortorella si è sentito male, ed è stato sorretto da due compagni mentre stava per cadere a terra; è stato quindi soccorso sul posto da personale sanitario, ed è tuttora sotto osservazione nei locali del Palacongressi. Secondo quanto appreso, lo storico membro della Resistenza e del Pci, ha sofferto un piccolo problema cardiaco.
sabato 19 aprile 2008
Assise a Firenze della Sinistra Arcobaleno, Vendola: «Non cerchiamo capri espiatori». Tortorella colto da malore.
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