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sabato 19 aprile 2008

Mirafiori ha bocciato l’Arcobaleno: “Pensa solo a froci e zingari, non a noi”.

(Maurizio Pagliassotti - Liberazione) Un partito che pensa solo agli omosessuali e agli zingari, mentre dei lavoratori se ne è sbattuto fino all’altro giorno» E’ il commento lapidario di Luca, quaranta anni, operaio Fiat alle carrozzerie Mirafiori da undici. Tira un vento gelido in corso Settembrini mentre uno sciame di operai entra dalla mitica porta due dentro lo stabilimento metalmeccanico più importante d’Italia.
Pochi metri più in là c’è la cinque, quella nel 1980 fa era chiamata “porta Karl Marx.” Venti giorni fa Franco Giordano era venuto
a volantinare proprio tra questa gente e l’accoglienza era stata fredda ma non rabbiosa, come invece era capitato qualche mese prima ai capi dei sindacati.
La sensazione è che gli operai di Mirafiori abbiano assistito alle elezioni come si assiste alla finale di coppa del mondo tra Brasile e Germania: in qualcosa di interessante sì, ma lontano.

Poi è arrivata il ceffone della disfatta inaspettata della Sinistra Arcobaleno, che ha assunto un valore molto superiore rispetto alla vittoria della destra.
Se venti giorni fa nessuno aveva voglia di parlare ieri invece le lingue erano più sciolte, un profluvio di commenti duri e spietati.

Roberto: «Un partito che difende i ladri (rumeni, ndr) che rubano nelle nostre case, incapace di farci aumentare gli stipendi che sono da anni sempre uguali. Ho votato Lega».
Giovanni: «Batosta necessaria, anche se troppo violenta. Ci speravo che la Sinistra Arcobaleno perdesse duro, ma non così tanto. Io ho votato Pd non per convinzione ma proprio per far perdere Rifondazione. Fino all’ultimo ero indeciso se votare Lega. Mi sembra infatti quest’ultima quella che in questo momento è più vicina ai lavoratori».
Francesco: «Quando parlano alla televisione quelli di sinistra io non capisco un cazzo di quello che dicono. Usano paroloni... la globalizzazione... il movimento... Tutte menate, a noi interessa lo stipendio, vivere un po’ meglio, avere due soldi in più in tasca. Basta. Rifondazione dice che è stata una vittoria aver ritirato le truppe dall’Iraq e io rispondo: e a me cosa ne viene in tasca?».
Roberto: «Ma noi cosa c’entriamo con Pecoraro Scanio? L’ambiente? Sì è importante ma io voglio sentire suonare altre corde, quelle che mi toccano direttamente.
Mi dispiace, sono deluso ma dopo molti anni ci voleva».
Annamaria: «In Fiat hanno votato in massa la destra. Sono degli irresponsabili...venerdì c’era un sacco di gente che sghignazzava sulla vittoria di Berlusconi, diceva che era giunto il momento di far rubare un po’ anche lui... La classe operaia non esiste più, gli operai sono persone il cui unico sogno è cambiare lavoro, fare un po’ di soldi e sbattersene di tutto il resto».
Gianni: «Questa notte non ho dormito. Sono incazzato e deluso. Ho votato Sinistra Arcobaleno e così tanti come me dentro questa fabbrica. Moltissimi che sostengono di essersi astenuti in realtà hanno scelto la Lega. Soprattutto i giovani sono di destra, quando
li sento parlare mi sembra di avere davanti Calderoli».
Il discorso generazionale appare importante. I più anziani sembrano aver preso almeno in considerazione l’ipotesi
di votare Sinistra Arcobaleno, forse per ragioni storiche. I giovani invece paiono essere semplicemente disillusi o di destra. Commenti a caso tra i volti poco più che imberbi che entrano in fabbrica:
«Non me ne frega niente», «Bertinotti veste il cachemire io guadagno mille euro al mese. Una volta ho visto Ferrero arrivare con la Renault 5 tutta scassata. Lui mi piace invece. Sono cose importanti per noi queste...», qualcuno parafrasa anche Trotzkj: “prima distruggere, poi costruire”.
Gli operai con i capelli bianchi sono attoniti, la loro analisi racconta di un mondo operaio che non riconoscono più, arrabbiato con tutti, siano essi padroni o sindacati. «Davanti a questa porta ventotto anni fa volevamo cambiare il lavoro in Italia... Penso che
quello che è successo ieri sia l’ennesimo frutto avvelenato di quella sconfitta».

E per il futuro? Il domani non esiste anche se vi è un diffuso timore che la mancanza della sinistra in parlamento apra le porte alle peggio situazioni: «Veltroni farà l’opposizione? Siamo a posto...»
Riguardo la sinistra e le sue scelte prossime venture mancano i suggerimenti:
gli operai sono preoccupati dal crollo delle vendite di auto in Europa, Fiat compresa. Il destino della sinistra interessa quei pochi iscritti alla Fiom che resistono dentro la fabbrica, gli altri pensano che domani sarà un altro giorno, uguale a ieri.

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