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giovedì 10 aprile 2008

Sinistra arcobaleno. Vendola fissa la linea della vittoria. "Il nostro obiettivo: più del 7 per cento".

Il governatore della Puglia difende le scelte della Sinistra arcobaleno: non abbiamo subito Pecoraro Scanio.

(Lello Parise - La Repubblica, edizione di Bari) Queste elezioni hanno provocato un terremoto. Noi adesso siamo un cartello elettorale. Abbiamo iniziato un percorso che proseguirà dopo il 14 aprile

Presidente Nichi Vendola, a Bari Fausto Bertinotti ha detto: «Mi aspetto moltissimo dalla Puglia». Il candidato premier pensava al risultato nelle urne della Sinistra arcobaleno che da queste parti immagina lusinghiero?
«Ci esortava a non cedere rispetto a quelli che continuano a descrivere il Sud sempre e soltanto come un inferno dantesco».

D´accordo, ma quale percentuale di preferenze dovrebbe ottenere la Sinistra arcobaleno per non uscire dai seggi con le ossa rotte?
«Andrà bene tutto ciò che è sopra il 7 per cento».

Non sembra granché visto che la Sinistra arcobaleno è alla guida della Regione e di Taranto.
«Dimenticate di tenere conto che questa consultazione ha provocato un vero terremoto politico».

Il Pd decide di correre da solo, il Pdl mescola gli aderenti a Forza Italia con quelli di Alleanza nazionale... E la Sinistra arcobaleno tiene insieme quattro partiti, da Rifondazione comunista ai Verdi, dalla Sinistra democratica ai Comunisti italiani.
«La maturazione di questo nuovo soggetto politico è stata strozzata dalla elezioni anticipate».

Cioè?
«Siamo ancora un cartello elettorale e basta».

Lavori in corso?
«Per materializzare innanzi tutto, un movimento che non sia prigioniero dei talk show e che sappia reinterpretare le inquietudini della società con spirito critico».

Potrebbe essere Vendola, il comunista gentile, il leader di Sa?
«Il leader è Bertinotti».

Sì, tuttavia dopo il 14 aprile...
«Appartengo a quella schiera di persone che rischiano di essere celebrate da morti» (Vendola ride).

Significa che un po´ tutti acclamano il governatore, ma che poi nessuno muove un dito perché salga alla fine sulla tolda di comando della Sinistra arcobaleno?
«Sono impermeabilizzato a questa pioggia di previsioni sul conto del sottoscritto».

Non ha risposto.
«Insisto nell´essere convinto di una cosa».

Quale, scusi?
«Il leaderismo non rappresenta la medicina che cura tutti i mali del mondo, ma è una malattia».

Non vuole ammalarsi?
«Preferisco che si parli bene di me, da vivo, come presidente della Regione Puglia» (Vendola ritorna a ridere).

Vegeto e in palla, per i comizi sta battendo in lungo e in largo soprattutto l´Italia meridionale.
«Siamo gli unici nelle piazze, giacché le televisioni ci hanno oscurati. Evidentemente credono che siamo negli Usa, ma da noi non c´è un sistema bipartitico».

Ma nelle piazze il capolista alla Camera Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell´Ambiente, becca più fischi che applausi: è accaduto a Taranto.
«Anche quella è stata un´operazione orchestrata dai mass media».

I fischi non erano inventati.
«Sì, ma se ad una manifestazione partecipano 15 mila persone e a protestare sono cinque o sei... Eppure proprio questi cinque o sei hanno conquistato i titoli di giornali e tivù».

La nomination di Pecoraro Scanio, campano, in cima alla lista pugliese della Sinistra arcobaleno l´avete subita o caldeggiata?
«Non l´abbiamo subita, questo è certo».

Potrebbe in ogni caso farvi perdere consensi?
«Non ci sono ombre in Puglia che possano offuscare la storia della Sinistra arcobaleno».

Nel frattempo Pecoraro Scanio è indagato a Potenza per viaggi gratis e favori in cambio di appalti.
«Sotto inchiesta a pochi giorni dal voto... Ma nessuno di noi ha gridato al complotto. Lo stesso Pecoraro Scanio ha immediatamente rinunciato all´immunità parlamentare e, mi pare, che abbia già smontato le accuse nei suoi confronti».

Ciò non toglie che forse sarebbe stato più opportuno farlo scendere in campo altrove. O no?
«Non capisco perché. Il ministro Pecoraro Scanio si è impegnato con grande solerzia per la Puglia: c´è un accordo circa la bonifica dei siti inquinati a Brindisi e presto sarà siglata un´altra intesa che riguarderà le aree a rischio del capoluogo ionico».

Nonostante i tutt´altro che trascurabili grattacapi delle città meridionali, come mai in questa campagna elettorale il Mezzogiorno non figura tra gli ostacoli da superare prima di tutti quanti gli altri?
«Si va avanti a battute, evocazioni generiche o con il grottesco patto per il Sud».

Quello proposto dal coordinatore di Fi Raffaele Fitto?
«Sì, proposto da chi è alleato con la Lega Nord. Le verità è che bisogna riscoprire questa parte del Paese dove le eccellenze non sono trascurabili, ma trascurate. Invece le televisioni fanno a gara per trasmettere in diretta i funerali dei fratellini di Gravina, ma non hanno fatto altrettanto quando in centomila a Bari hanno sfilato contro la mafia nella marcia organizzata da don Luigi Ciotti».

Presidente Vendola, è pentito di non essere uno dei competitori della Sinistra arcobaleno per queste politiche?
«No, non sono pentito. Ho ragionato con uno slogan che ha inventato Fitto: la Puglia prima di tutto. Diversamente questa campagna elettorale sarebbe diventata incandescente».

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