(Roberto Schena - GayLib) Non so fino a che punto Alemanno dialogherà con i gay romani e con gaylib in particolare, penso solo che se rinnoverà lo stile "borsa aperta" delle passate giunte romane sarà criticato dalla sua stessa maggioranza, fortemente clericale. Comunque non ci conterei. Gli spazi di dialogo con le istituzioni si stanno chiudendo un po' ovunque anche perché arcigay non riuscirà per molto tempo a liberarsi dalla faziosità (prima o poi dovrà farlo) con cui da sempre ha facilitato il compito alle congreghe omofobe.
Vale quindi la pena di insistere sulla necessità per il movimento di riprendere la strategia della protesta, ammesso che ne abbia mai avuta una, di spostare l'attenzione dai locali, bar, disco e saune, alla persona, dalle feste alla cultura, dal qualunquismo all'impegno, dal libero spaccio a un maggiore senso della solidarietà e della fratellanza. Anche qui i tempi non possono essere brevi, ma è l'unica strada, il movimento così com'è è in chiusura, in liquidazione, i suoi protagonisti attuali sono di fatto messi da parte, per loro è finito un ciclo. Ormai sono i simulacri di se stessi.
Devo dire che non c'è granché dibattito nel mondo arcigay. L'unico a scrivere interventi, peraltro chilometrici, come se dovesse da solo riempire un vuoto, è Dall'Orto. Mancuso è quasi senza parole. Grillini ko. La Luxuria torna a fare la soubrette, anche se devo dire che non si è comportata male, nel complesso, anzi riusciva a rendere più di Grillini in tv, e anche se ha meno argomenti di lui è più suadente e meno politichese. Infatti gli ha rubato la scena causandone il declino quale personaggio pubblico, probabilmente condannandolo a terminare la carriera. A me tutto sommato dispiace, ma di errori capitali ne ha fatti anche lui, la sua azione di de-sinistrizzare il movimento è stata troppo debole.
La sensazione è che arcigay non abbia gli stumenti umani e culturali per cavarsela diversamente dalla pura sopravvivenza, nei prossimi anni. Le critiche di Dall'Orto alla burocratizzazione del movimento sono anche sensate, peccato che lui stesso abbia fatto parte più che integrante di quel "sistema" che oggi ha portato il movimento a un vicolo cieco. Nei passaggi politici ed economici delle sue analisi emerge un'ingenuità disarmante. E' la prima volta che sento qualcuno sostenere che la Lega è un movimento "feudale", o qualcosa del genere. Inutile contestare affermazioni simili, tempo perso. Tanti elogi sprecati per Zapatero, ma senza sapere che il premer spagnolo ha potuto dichiarare guerra alla chiesa grazie all'appoggio che il suo governo ha ricevuto dai deputati autonomisti catalani, baschi e galiziani, il cui massimalismo fa impallidire i fucili (inesistenti) di Bossi. Contemporaneamente il suo governo ha emanato decreti anti immigrazione come la sinistra italiana mai concepirebbe. E ha vinto ancora. Perché nessuno ce l'ha con i "negri", ma con la babele che ormai invade tutti i quartieri popolari delle grandi città.
Disattenzione evidente in tutto il movimento verso la Lega, disprezzata e derisa dagli stessi protagonisti perfino negli anni 90, quando la Lega era il più laico, anzi, laicista, di tutti i partiti, mentre Veltroni direttore dell'Unità distribuiva il Vangelo nella versione ufficiale e D'Alema premier definiva "provocatorio" parlare di famiglie gay. Per non parlare dei rapporti con il partito di Berlusconi: semplicemente inesistenti, snobbati. Si è fatto un pride nazionale a Milano all'insegna del borrelliano resistere, resistere, resistere. Oggi il Cavaliere guarda da un'altra parte, dove i gay non ci sono, ci meravigliamo? Si è sbarazzato dell'Udc restando sordo alle pressioni del Vaticano e ha stravinto, mentre la sinistra è stata asciugata dal pragmatismo un po' casinista della Lega.
Lo schierarsi del movimento resta più che mai il maggiore ostacolo per l'apertura di un tavolo sui diritti della coppia. Più ancora del Vaticano.
lunedì 5 maggio 2008
Dopo elezioni. Adesso i problemi.
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1 commento:
La lega è stata un movimento laicista solo all'inizio della sua esistenza, già nel 1994 si è vista la giovane cattolicissima Pivetti entrare alla Camera dei Deputati a presiederla. Ed è altreattnto evidente che quando la Pivetti se ne è andata la mania di essere i portatori del vangelo più reazionario aveva già conquistato tutta la lega e infatti il piccolo movimento gay che stava al suo interno si è dissolto. Stiamo attenti a parlare di sinistra che non si critica - spesso la sinistra perde proprio perchè fin troppo critica con se stessa e litigiosa al suo interno; da molto tempo la voce del vangelo più consona è quella di Berlusconi, con una immagine molto più divina del resto...
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