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venerdì 29 febbraio 2008

Aurelio Mancuso smentisce una sua possibile candidatura.

Oggi il parlamentino del Prc vota i nomi dei candidati.
(Il Manifesto) Notte di vigilia dentro Rifondazione sulle liste elettorali. E' certo che quando il puzzle delle candidature approderà nel comitato politico nazionale convocato per oggi a Roma, molti saranno i musi lunghi. A via del Policlinico si compulsano sondaggi, tabelle e richieste dal territorio in cerca dei possibili eletti garantiti dal «porcellum».

Ma trovare un equilibrio soddisfacente è difficilissimo. Come sempre in questi casi, perfino nomi dati per certi saltano dopo poche ore. Aurelio Mancuso, presidente dell'Arcigay, ha smentito le voci su una sua possibile candidatura con la Sinistra arcobaleno (in quota Sd). E il suo era l'unico nome nuovo dato più o meno per sicuro per la prossima legislatura. Al dunque gli «indipendenti» della sinistra fuori dai partiti saranno mosche bianche. Pdci e Verdi, soprattutto, confermeranno in gran parte i gruppi parlamentari uscenti. Nel Sole che ride in bilico nomi importanti come Marco Boato, Giampaolo Silvestri o il pacifista Mauro Bulgarelli in Sardegna, la cui candidatura è sostenuta da decine di associazioni che si battono contro le servitù militari nell'isola. Mentre per il Pdci si sa già che Armando Cossutta lascerà il parlamento e i Verdi dovrebbero candidare il magistrato Gianfranco Amendola.

Comunque vada, dentro il Prc a far discutere saranno soprattutto le deroghe al limite ferreo dei due mandati votato la settimana scorsa. In partenza sono esentati solo Fausto Bertinotti come candidato premier e Franco Giordano in quanto segretario del partito. Ma da giorni si inseguono le indiscrezioni su altre possibili deroghe.

Bocche cucite a via del Policlinico: «Il momento è delicatissimo». Ancora irrisolta, per esempio, la conferma del presidente della commissione antimafia Francesco Forgione. E ha già incendiato lo scorso cpn il nodo della Sinistra europea, che potrebbe candidare Pietro Folena (parlamentare, pur con qualche interruzione, dal 1987).

A forte rischio altri nomi eccellenti della Sinistra europea. E' paradossale che coloro che fino a pochi mesi erano presentati come il fiore all'occhiello dei gruppi «rifondaroli» siano ora in bilico: tra questi Francesco Martone, Ali Rashid e Graziella Mascia. Lo stesso Bertinotti, in un certo senso, ha dato l'addio in diretta da Matrix al «no global» Francesco Caruso, difendendo invece la candidatura di movimento di Daniele Farina del Leoncavallo. Dei senatori uscenti sicuri solo Tommaso Sodano (vicecapogruppo), Rina Gagliardi e Maria Luisa Boccia. Per il movimento «glbt» si va verso la conferma di Vladimir Luxuria e Titti De Simone.

Altrettanto sicura anche l'esclusione dalle liste della minoranza dell'Ernesto (Giannini e Pegolo), mentre per Essere comunisti un seggio certo dovrebbe toccare solo al coordinatore Claudio Grassi.

I sondaggi sono sempre più preoccupanti. Per l'arcobaleno la forchetta è ormai stabile tra il 6 e l'8%. Se così fosse per i parlamentari sarà un ecatombe. E alla vigilia il clima è quasi da resa dei conti. Tanto che più d'uno degli esclusi nei giorni scorsi avrebbe perfino minacciato di lasciare il partito.

Altro capitolo caldo le candidature dal territorio e di dirigenti importanti. Scontata la conferma di Paolo Ferrero e Gennaro Migliore. Mentre della segreteria nazionale dovrebbero candidarsi Francesco Ferrara (responsabile organizzazione) e Maurizio Zipponi (responsabile lavoro). Verso la conferma anche Peppe De Cristofaro (segretario regionale Campania) e verso la prima legislatura giovani come Nicola Fratoianni, segretario regionale Puglia, e il segretario toscano Niccolò Pecorini

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