(Il Giornale) Non basta la candidatura di Paola Concia per mettere a tacere la delusione del mondo omosessuale nei confronti del Partito democratico e di Walter Veltroni. E su questo sentimento di disinganno conta di far leva la Sinistra Arcobaleno per indirizzare a proprio favore gli elettori omosessuali delusi da Uoltèr.
«La Sinistra Arcobaleno porterà in Parlamento una significativa presenza della comunità gay , lesbica, bisessuale e transessuale - promette il leader Fausto Bertinotti -. Nelle nostre liste avremo significative presenze di questi differenti orientamenti sessuali ed affettivi».
Invece per ora nelle liste del Pd è apparso soltanto il nome di Paola Concia, annunciato da un Veltroni, risentito per l’accusa di aver posto un veto a candidature gay. «Cattiva informazione quella di chi dice che il Pd non avrebbe portato i gay in Parlamento, come se potesse scattare un atteggiamento discriminatorio - attacca amareggiato Veltroni -.E invece una delle personalità più impegnate a favore dei diritti degli omosessuali, Paola Concia, sarà nelle nostre liste». La Concia ringrazia Veltroni «per la sensibilità dimostrata e per il gesto», augurandosi che «ce ne siano altri per portare altri rappresentanti omosessuali in Parlamento e negli enti locali » e promettendo di «impegnarsi in una lotta pro e non contro qualcuno».
Ma evidentemente la presenza della Concia agli occhi del movimento omosessuale non è sufficiente a bilanciare tutto il resto. La presenza della senatrice teodemPaola Binetti, ad esempio, che votò contro il governo pur di non far passare una norma anti omofobia. Ma soprattutto l’assenza nel programma di qualsiasi riferimento ad iniziative per sostenere la lotta all’omofobia o al riconoscimento della famiglia omosessuale.
«Paola Concia è un’ottima persona ma è espressione del partito e non rappresenta il mondo omosessuale», dice Emiliano Zaino, presidente del Cassero, storico circolo Arcigay di Bologna. Anche più dura la presidente nazionale di Arcilesbica, Francesca Polo, che si dice «allibita dal gioco delle candidature che si sta svolgendo sulla pelle dei gay». La Polo poi avverte gli omosessuali che hanno deciso di candidarsi e la Concia in particolare. «Il loro potere contrattuale rischia di essere limitato - segnala la Polo -. Temo che la candidatura della Concia venga utilizzata comeuno specchietto per le allodole. È una critica al sistema, non alla persona.Èchiaro che il Pd è in difficoltà su questi temi perché non ha la forza di fare scelte precise manon si può pensare di sanare tutto candidando una lesbica». E il segretario nazionale di Arcigay, Riccardo Gottardi, fa notare che «allo stato attuale non vi è nelle liste di nessun partito una reale rappresentanza del movimento gay-lesbico-italiano». Quelli dichiarati da esponenti del Pd, aggiunge Gottardi, «sono nomi di facciata, rappresentativi soltanto di se stessi». Domani e domenica l’Arcigay riunirà gli stati generali e deciderà la linea politica del movimento rispetto alle prossime elezioni. Un sondaggio di Gay.it reso pubblico un paio di giorni fa attribuiva il 50 per cento dei voti del mondo gay al Pd, il 25 al Pdl, il 15 alla Sinistra Arcobaleno e un 5 per cento ai socialisti di Enrico Boselli e Franco Grillini, presidente onorario Arcigay.
Certamente nuove candidature forti potrebbero spostare voti. Per la Sinistra Arcobaleno quella del presidente nazionale Arcigay, Aurelio Mancuso. «Siamo gli unici a non mostrare alcun imbarazzo o ambiguità nel confermare le candidature omosessuali», dice Titti de Simone, Sinistra Arcobaleno. Nel Pd potrebbe arrivare invece Sergio Lo Giudice, insegnante iscritto al Pd e presidente onorario Arcigay. Tra le candidature già annunciate quelle dei rappresentanti del mondo del lavoro. Tre: l’operaio sopravvissuto all’incidente della Thyssen, Antonio Boccuzzi. La dipendente di una Asl piemontese, Franca Biondelli. Loredana Ilardi, 33 anni, palermitana e lavoratrice in un call center. «Due sono le idee su cui si muove il Pd: portare in Parlamento forze ed energie della società e essere il partito dell’Italia che lavora», sostiene Veltroni.
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