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venerdì 29 febbraio 2008

Pdl. Berlusconi mette la Brambilla alla porta? Ai circoli solo 3 seggi.

(La Stampa) A Ferragosto dell’anno scorso pareva destinata a salvare il centrodestra, l’unta del Signore (Berlusconi) che doveva sostituirlo (in prospettiva) alla guida del suo nuovo partito e (forse) persino a Palazzo Chigi. Faceva persino tremare i maggiorenti di Forza Italia.

Ieri mattina la rossa di Calolziocorte, quando ha letto quella cifra sui giornali, ha capito tutto. Tre su 340. Michela Vittoria Brambilla non serve più alla causa, vale pochi seggi, da considerare nel computo dei 182 che Fi conta di avere alla Camera. Naturalmente nel caso che il Pdl vinca le elezioni con 340 deputati.
La vendetta si è consumata in sei mesi. «Chi crede di essere, Mvb?». E così a Lecco sono arrivate le prime telefonate dei suoi: «Ma come? E il posto in Parlamento che mi avevi promesso?». Niente, cancellato. Eppure lei aveva una lista pronta con 36 nomi. Lei reagisce con la solita grinta e cerca di tranquillizzare tutti: «Stanno dando i numeri del lotto? Dobbiamo ancora cominciare la trattativa, noi. La manfrina con Fini e quelli di An è andata avanti fino a notte fonda l’altra sera, c’erano di mezzo anche i finanziamenti elettorali...».

In realtà, ieri Mvb si è data per malata. A Roma non si è fatta vedere, al comitato Pdl che al Plebiscito tratta per le candidature, dove c’è un grande esperto di questi tavoli, il presidente del Copaco ed ex ministro Claudio Scajola. Il quale dice: «Beh, i Circoli della libertà non sono un altro partito, stanno all’interno della quota di Forza Italia. Se ci sono dei candidati validi, li prenderemo in considerazione. Ma soltanto se sono di serie A. Se sono di serie C, preferiremo i nostri». Chiaro? Eppure lei non molla. «Va avanti da un anno, là dentro: Berlusconi sa benissimo che senza di noi il Pdl non può vincere “bene”, come spera di fare lui. Noi siamo determinanti: con quali soldati faranno la campagna elettorale del Pdl? Con i nostri, che sono sempre in piazza. No, non mi fermeranno le beghe con i soliti noti di Forza Italia».

Il tramonto annunciato di Michela la Rossa, che ha fatto scrivere fiumi di commenti e ritratti ammirati da tutti i giornali annunciati, è servito. Eppure lei reagisce. Mvb: «Mica siamo come Rotondi, che non conta niente... Nei Circoli ci sono gli elettori dell’Udc, che con i nostri candidati voteranno Pdl e non Casini. Questo il Presidente (con la P maiuscola, ovviamente) lo sa! Io mi fido, sappiamo che alla fine deciderà Lui: e ha bisogno di noi per fare le “liste pulite” di cui parlano i giornali, per rinnovare l’immagine. Ci sono fior di imprenditori pronti a scendere in politica con noi».

Michela Vittoria Brambilla è furiosa, ridotta sulla difensiva. Non può accettare che i Circoli fossero un’idea usa-e-getta, della quale il Cavaliere si è già stancato. Il suo staff parla di 6500 sedi aperte dopo i pullman in giro per l’Italia a fare già la campagna elettorale. Ma chi li ha visti davvero? Domani a Milano tornerà in piazza, nei gazebo dove si svolgono le primarie sul programma Pdl. Ammette: «Siamo un po’ indietro, dobbiamo darci una mossa». In effetti il progetto dei Circoli poteva portarli ad avere un ruolo più importante in tempi lunghi e magari con un’altra legge elettorale. Adesso sembrano quasi inutili nella battaglia con Veltroni.

Alessandra Ghisleri, di Euromedia Research, ha la sua spiegazione: «Una nuova forza politica non ancora stabilizzata sul territorio, come sono oggi i Circoli della Brambilla o la Destra della Santanchè, non è affatto favorita da questo sistema elettorale: fatica ad affacciarsi sulla scena politica. Risulta persino difficile capire quanto pesano elettoralmente. Altra cosa è per un nome come Michela Vittoria Brambilla, che invece appare ben consolidato».

Tradotto: non conta nulla. Bocciata. E il senatore azzurro Paolo Guzzanti, che nell’agosto 2006 stava scrivendo il programma del nuovo Partito del Popolo, con il vicepresidente dell’Ue Franco Frattini a fare il tifo da Bruxelles insieme con i nemici della diarchia Bondi-Cicchitto, ora è molto freddo: «Se Prodi avesse resistito fino a fine legislatura, con Berlusconi ormai all’età di 75 anni, avrebbe avuto un senso poter presentare un volto nuovo per Palazzo Chigi, come Mvb. Forse il Cavaliere aveva in mente questo, in agosto. Ma la rivoluzione del predellino ha cancellato tutto». Si vedrà al tavolo di Palazzo Grazioli. E qualcuno azzarda la cifra: 10 seggi. Più di Rotondi. Questa pare la linea del Piave di Michela Vittoria.

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