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sabato 23 febbraio 2008

Francesco Rutelli riceve l'Arcigay gelando ogni aspettativa. Le unioni civili non sono nel suo programma.

ARCIGAY ROMA: RUTELLI ADERISCE MA NON PARTECIPA AL SIT-IN.
Grillini. Roma. Sottoscrivo l'appello Arcigay ai candidati sindaco di Roma. A differenza di Rutelli sarò al sit-in.
(Ansa) 'Abbiamo chiesto a Rutelli di valutare la proposta di inserire nel programma l'approvazione delle Unioni civili'. Lo ha detto il presidente dell'Arcigay di Roma Fabrizio Marrazzo, che nel primo pomeriggio ha incontrato il candidato del Pd a sindaco di Roma Francesco Rutelli insieme con due delle tre proprietarie del 'Coming out', il locale andato a fuoco domenica scorsa.
L'Arcigay di Roma ha inoltre chiesto a Rutelli la pedonalizzazione della 'Gay Street', che si trova nel quartiere San Giovanni, per farla diventare un punto di incontro tra le persone. 'Speriamo che queste istanze - ha affermato Marrazzo - saranno esplicitate in modo chiaro e preciso nel programma'.
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UNIONI CIVILI - RUTELLI: NON SARANNO NEL PROGRAMMA PER ROMA.

(Apcom) - Le unioni civili non faranno parte del programma del candidato del Partito democratico, Francesco Rutelli, per il governo del Campidoglio. La conferma arriva dallo stesso esponente del Pd, dopo che questa mattina, nel corso di un incontro avvenuto nella sede del suo comitato elettorale, i rappresentanti di Arcigay gli avevano rinnovato la proposta. Un 'no' senza mezzi termini, quello espresso da Rutelli: "Nel programma di governo non ci sarà questa proposta perché le forze della Sinistra arcobaleno sanno bene che occorre proporla su basi nuove". Poi, sempre riferendosi all'incontro con i delegati di Arcigay, Rutelli ha sottolineato di aver affrontato "moltissimi temi positivi di collaborazione che avranno un ottimo sviluppo nell'attività di governo". Ciò che occorre garantire alla città di Roma è "un messaggio di grande serenità, di rigetto totale delle discriminazioni e a maggior ragione delle aggressioni rivolte sulla base di intolleranze dell'orientamento sessuale. Per questo mi ha fatto piacere - ha concluso Rutelli - ricevere la delegazione del 'Coming out', il locale incendiato nei giorni scorsi".
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ROMA: ARCIGAY, DA RUTELLI SI' A FORME REGOLAMENTAZIONE PER LESBICHE E GAY.
(AdnKronos) "In merito all'incontro di oggi tra Arcigay Roma e Francesco Rutelli teniamo a precisare che dall'incontro di oggi , anche se non e' stata valutata accettata la nostra richiesta di unioni civili, e' emersa una disponibilita' del candidato sindaco a valutare forme di regolamentazione che eliminino ogni discriminazione verso le persone lesbiche gay e trans sia come singoli sia come coppie, quindi restiamo in attesa di valutare tali proposte". Lo afferma Fabrizio Marrazzo presidente Arcigay Roma.
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RUTELLI NON FUGA I DUBBI SULLA LAICITA'. Nessuna dichiarazione di solidarietà ai gay per il rogo del coming out.
(Il Riformista) È una condanna senza appello quella pronunciata da Franco Grillini, deputato socialista, non appena Francesco Rutelli ha annunciato di aver sciolto la riserva e di accettare di correre per tornare a occupare la poltrona di sindaco di Roma. Niente da fare: per Grillini Rutelli è «invotabile». Neppure il «damose da fa'» pronunciato dal vicepremier lo ha commosso. Grillini, anzi, ha elencato una lunga lista di motivi per i quali l'ex sindaco col motorino non può essere votato. E tutti o quasi hanno qualcosa a che vedere con quel «damose da fa'» di vaticana memoria. E dunque: Rutelli «ha ritirato il patrocinio del Comune al World pride»; «ha candidato e fatto eleggere la signora del cilicio che ha votato contro il proprio governo negando la fiducia sull'antiomofobia e ha definito i gay come devianti»; senza contare, sostiene ancora Grillini, la posizione di Rutelli sul referendum sulla fecondazione assistita. Insomma, è allarme: «occorre dimostrare che Roma non è papalina e baciapile. Occorre far capire che Roma non può diventare come Riad o come Teheran».

Paragonare Roma a Riad o Teheran ci pare quantomeno esagerato ma, eccessi polemici di Grillini a parte, qualcosa Rutelli dovrà pur dirla per evitare che il dubbio sul futuro di Roma serpeggi, si ingrossi e scavi il terreno sotto i piedi della sua candidatura. Insomma, provi a fare uno sforzo. Seppure molto sfumato, o forse del tutto evaporato, il suo ruolo di vicepremier è ancora lì a dargli qualche ragione per intervenire su alcune delle questioni sollevate da Grillini. La legge 40, ad esempio, e le linee guida che il ministero della Salute avrebbe già da tempo dovuto rinnovare. Sono scadute e, se non bastasse, sono state travolte dalle decisioni di diversi tribunali. Prima del voto il governo è ancora in carica, dopo si chiuderebbe una finestra che difficilmente tornerebbe a riaprirsi. Provi a fare un colpo di telefono, Rutelli, alla sua collega Livia Turco. Metta a tacere tutti coloro che mettono in dubbio la sua laicità. Basta poco, una semplice telefonata. Il gettone, ce lo mettiamo noi.

Nel frattempo, sarebbe bastata, per iniziare bene la campagna elettorale, una semplice dichiarazione di solidarietà con la comunità omosessuale per l'incendio che ha devastato un locale romano, il Coming out. Sono intervenuti in molti ma di Rutelli, almeno sino alle 20 di ieri sera, le agenzie non recavano traccia.

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