banda http://blografando.splinder.com

giovedì 28 febbraio 2008

Perchè un gay dovrebbe votare centrodestra? Ce lo spiega GayLib.

Negli ultimi dieci giorni, dopo l’imbandierato blitz di GayLib lo scorso 9 febbraio al Teatro Nuovo di Milano di fronte al presidente Silvio Berlusconi, con annessa la diffusione ai giornalisti della proposta di legge per il riconoscimento delle Unioni Omoaffettive, alternativa a tutte quelle presentate sinora dai partiti e dalle associazioni di sinistra e dopo il clamore mediatico, sui siti gay e sulla stampa nazionale, che la nostra presenza ha suscitato, le notizie più sorprendenti, in realtà deprimenti, continuano a venire dagli esponenti di sinistra del movimento gay italiano.

Una schiera di attivisti, quasi tutti dell’Arcigay, dalle colonne de L’Unità hanno pensato bene di firmare un manifesto in cui, novità delle novità, per il prossimo 13 aprile invitano la comunità gay a votare per il Partito Democratico di Veltroni.
Li ha convinti il nuovo verbo “obamiano” di Veltroni. Yes we can. Si può fare. Li hanno convinti le solite parole confuse, da campagna elettorale, che l’ex sindaco di Roma ha usato per dare il contentino ai gay (molto meno di quell’aglietto con cui i romani si riconsolano, nell’adagio popolare, dopo una cocente delusione). Fatto sta che a questi gay italiani è andata bene così. Si fidano del fatto che nella prossima legislatura il PD ridiscuterà di omofobia, perché discriminare i gay è brutto e cattivo. Se lo dice Uolter, perché non fidarsi?
Alcuni di loro, poi, esattamente quelli di ala radicale, si dicono rassicurati dal fatto che, dopo giorni di elemosina, sua maestà Veltroni ha fatto la grazia e, commosso, non ha messo il dito tra Pannella e la Bonino. Così, pur di non avere una lista radicale tra i piedi, il buonissimo Walter fa spazio, nel PD, a Emma e ad altri nove radicali col lasciapassare del vecchio Marco, pronto a farsi da parte in nome del sacro rimborso elettorale.
I firmatari del manifesto gay per il PD, in larga parte giovani anche stimati e molti di loro, per chi scrive, veri e personali amici, sottoscrivono, insomma, la regressione della sinistra italiana in un partito che di sinistra non ha più nulla, nemmeno la tradizione, rimasta in mano ai socialisti e alla Sinistra Arcobaleno. Oltre ad aver perso anche la natura, almeno sulla carta, pro-rights che la vecchia Unione prodiana aveva garantito nel programma.
Di froci, insomma, non si deve parlare se non come presunte vittime di una violenza che finalmente, dal 17 maggio 2005, ha trovato il suo vero nome: omofobia. Per questo questi vari componenti del Consiglio nazionale di Arcigay (tra i quali l’ex presidente Sergio Lo Giudice) ci dicono di votare PD. Complimenti per il grande passo in avanti. Fermo restando che dovranno sempre vedersela con la Binetti.
Unica nota positiva e di coerenza in tutta la contorta storiella finto-kennedyana è la firma che manca nel novello gayo appello pro Uolter. Tra i poco accorti consiglieri della comunità gay, infatti, non compare Aurelio Mancuso che di Arcigay è il presidente nazionale. Autore, con uno stile e dei verbi talora discutibili, di alcune prese di posizione forti. Strappò la tessera dei Ds, lo scorso anno, senza a quanto pare prendere quella del PD. C’era chi aveva detto, a suo tempo, che volesse fare un suo partitino tematico (se l’ha fatto Ferrara sull’aborto perché non potrebbe farlo Mancuso sui gay o il marito della scimmia Cita sulla curvatura delle banane?). In linea di principio, sebbene scarsamente condivisibile ai fini pratici, avrebbe più senso di una ennesima adesione a scatola chiusa al manifesto di un partito che sembra fatto più che altro delle belle parole e degli slogan del suo leader, oltre che della prepotenza cattolica che vi insiste dentro non meno che nel “nostro” Popolo della Libertà.
Ed eccoci alle dolenti note. Il nuovo listone che forse diventerà partito di Berlusconi e Fini. Niente di nuovo sotto il sole. I verbi del 1994 (che in sé sarebbero un bene), gli atteggiamenti del 2001 da sfigati e incolti (ma troppo sicuri di sé…Occhio alle sorprese!) prossimi marciatori su Roma ma con un Udc in meno (e non è poco in prospettiva), un Capezzone in più che rappresenta il futuro del movimento radicale in Italia, a fianco ai bravi, coerenti e coraggiosi Benedetto Della Vedova, Marco Taradash e Peppino Galderisi, sempre a fianco a GayLib negli ultimi Pride.
Non ci basta, tuttavia, e ci mancherebbe, a trovare la forza per fare appelli a chi e per cosa. Qui rimaniamo, però, in coerenza con la nostra battaglia culturale interna al movimento gay e al tempo stesso organica al centrodestra. In attesa che anche Berlusconi voglia fare davvero, nei fatti, l’americano. Organizzando delle Primarie vere su liste, idee e programmi. Così da capire una volta per tutte il vero pensiero del Popolo della Libertà.
Saremo, dunque, nel partitone a fare la minoranza. Come nelle vere assemblee democratiche. Da rompiscatole professionisti quali ci vantiamo di essere e senza il bisogno di sbandierare entusiasmi elettoralistici che, al momento, proprio non abbiamo. I nostri amici gay del PD avrebbero fatto molta più notizia se, come siamo pronti a fare noi nel PdL, anche loro nel PD al Veltroni-Obama fossero andati a dire a chiare note il loro sonoro No we can’t.

GayLib
Enrico Oliari e Daniele Priori.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, E' la prima vota che vi scrivo. Per chiarire forse meglio vi dico che vivo in Canada da 8 anni, che ho vissuto in UK per 10, e che ho lascito l'Italia nell 1990. Come forse sapete, qui in Canada siamo ben oltre il matrimonio gay. Siamo anche alle adozioni, alle inseminazioni artificiali per le lesbiche che intendono procedere cosi' ed anche alle madri-surrogato (cioe' donne che accettano di curare una gravidanza e le prime cure di un neonato fino all'affidamento ai genitori veri e propri). In questo senso non credo che almeno qui a Toronto, dove vivo, esistano piu' locali per gay-lesbiche dato che il problema di trovare posti 'sicuri' non esiste piu'. Naturalmente, ci sono vari dosaggi di omofobia, razzismo, ed altro -che sono comuni in tutto il mondo occidentale -ma che raramente si esprimono in violenza fisica ad esempio.. Ovvero, il richio che posso avere io di essere aggredito e' uguale al rischio di un qualunque o una qualunque pinco-a pallino-a che sono gay.
Dico questo anche a giustificazione mia per il fatto di non conoscere molti dei riferimenti del vostro articolo.
Parto dall'articolo: in un punto, a meta', dite che "quasi quasi (o paradossalmente) sarenne meglio fare il proprio partitino ad hoc piuttosto che farsi mischiare in questa caccia al voto gay".
Naturalmente sono d'accordissimo a riguardo che la caccia al voto in cambio di promesse varie e' la parte piu' disgustosa di una campagna elettorale -e, visto che forse guardate al Nord America con speranza vi avverto che qui e' anche peggio.
Il rpoblema di fondo, secondo me, e' che vengono mischiate due forze -o desideri, che forse non dovrebbero essere mischiati. Da un lato la battaglia per i Diritti di tutti --i Diritti Civili. La quale battaglia, in teoria dovrebbe attrarre attenzione e supporto da qualunque parte degli schieramenti Politici. Cioe', in tutti i partiti ci dovrebbe essere una minoranza uguale alla minoranza Nazionale che preme per ottenere i Diritti Civili per quel certo gruppo minoritario -oppure, come nel caso delle Donne- di quel gruppo che e' privato di potere.
L'altra forza e' quella che guida la campagna elettorale: si scontrano vari schieramenti Politici: detta in due parole, nel mondo Occidentale ormai non e' piu' una questione di sistema politico, di come i mezzi di produzione sono organizzati (a mio parere questo sistema crollera' da solo ma tra qualche secolo quindi neanche ci perdo troppo tempo a pensarci). La questione, la differenza tra Sinistra e Destra (due termini per ora inutili) sta nel come gestire la cosa pubblica, in quante tasse da pagare, in chi le deve pagare, e nel come le stesse verranno spese.
In Italia, storicamente, la Sinistra si e' presa -quasi come conseguenza naturale- anche le questioni dei Diritti Civili. Dal Diritto allo Sciopero, alla scuola per tutti, alla sanita' ed ai trasporti - da quei diritti, ai diritti all'eguaglianza.
E, nel Partito Radicale degli anni '70, oltre ai militanti Radicali puri, c'erano motissime persone - io ad esempio- che, pur votando PCI, o PSI decidevamo autonomamente di dare supporto anche ad alcune iniziative Radicali.
Come detto: il discorso che fate voi non ha una piega nella logica (almeno per quel poco che riesco ad apprezzarla). Ma sinceramente, ve la sentireste voi di trovarvi seduti a fianco di Maroni della Lega (quello dei culattoni, per intenderci) - oppure anche a silvio stesso, che non mi sembra abbia idee illuminate, aldila' di prendere il potere per proprio uso personale ??
Semmai, una scelta alternativa potrebbe essere quella di rifiutarvi in blocco di partecipare a queste elezioni in quanto come minoranza continuate a sentirvi discriminati e non rappresentati correttamente da nessun partito -per poi presentare il vostro caso alla orte Europea dei Diritti -- e lo fate nel modo piu' rumoroso possibile, nel modo piu' serio possibile, con una bella schiera di Avvocati a raccogliere tutte le rpove necessarie a provare il caso....
Ovvero: se e' una questione di Diritti Costituzionali non rispettati, il discorso puo' essere solamente risolto a quel livello.
E, in un certo senso, questo non esclude il fatto che poi andiate a votare per qualunque partito vi possa piacere -- ma semplicemente come Cittadini, visto che -se ho capito bene- trattandovi come gruppo "speciale" pare che non fanno che ricreare lo stesso ghetto che voi volete vedere abbattuto... In questo senso, se questa e' la base del ragionamento votare per chiunque nuoce alla vostra stessa battaglia....
ciao

Articoli correlati