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giovedì 14 febbraio 2008

Bari. Emiliano: "Vendola candidato tradirebbe il centrosinistra".

Il segretario regionale del Pd è sicuro: "Sono convinto che non farà questo passo". "È molto più facile chiedere l´ergastolo che scegliere un deputato". "Le primarie? Purtroppo questo partito è ancora fatto da correnti".

(Lello Parise - La Repubblica, edizione di Bari) Michele Emiliano, segretario del Pd, l´altro giorno il loft restituisce al mittente la richiesta che avevate fatto per celebrare le primarie e scegliere così i candidati alle politiche.
«Questo è ancora un partito fatto di correnti e dopo averne preso atto Walter Veltroni ha dovuto, saggiamente, siglare un compromesso. Però il Pd è tutt´altro che un pasticcio: sia ben chiaro. Vive un´adolescenza politica, ma prima di quando riuscireste a immaginare diventerà adulto. Con i tempi che corrono, è come se fosse in corso una specie di grande giudizio universale sul passato».
Un passato che non passa: decidono tutto o quasi, sempre e comunque, i dirigenti del partito.
«No, non è vero. Se le cose andassero in questo modo non sarebbe nata la Puglia migliore, imposta da un´opinione pubblica debordante. La gente ha fatto irruzione sulla scena della politica e sono saliti sugli scudi personaggi come il sottoscritto o Nichi Vendola, che diversamente il sistema dei partiti non avrebbe mai celebrato come tali. Dovevamo continuare lungo questa strada.
Cioè, con le primarie?
«Il Pd non può rinunciare a connettersi con la società, che deve avere anche solo l´impressione di essere al posto giusto nel momento giusto. Ecco perché io mi sarei affidato al parere infallibile del popolo pure in vista della consultazione di aprile».
Tuttavia imboccate un´altra strada: c´è qualcosa che non quadra.
«Sì, non ce l´abbiamo fatta. Ma quella dei pugliesi è una rivoluzione sobria quanto testarda. Vorrà dire che l´1 e il 2 marzo organizzeremo le "primariette": perché tutti gli eletti dei Democratici, nelle istituzioni e all´interno del partito, abbiano la possibilità d´indicare i competitori alle elezioni».
Gli uscenti, fra Camera e Senato, sono ventuno: avrebbero il diritto di tornare a schierarsi ai nastri di partenza?
«Vanno rispettate le storie di tutti. Ma proprio per quanto riguarda il futuro degli uscenti, aspettiamo che sia Roma a fissare le regole del gioco».
Nel frattempo sembra che almeno cinque deputati, fra cui i baresi Peppino Caldarola e Nicola Rossi, sarebbero esclusi "a prescindere" dalla lista. E´ vero?
«Peppino è un mio ottimo amico...».
Ma l´ex direttore dell´Unità dice che in Puglia il Pd preferisce «intellettuali asserviti».
«Caldarola e lo stesso Rossi, sono intellettuali troppo globalizzati: perciò non possono essere i portavoce di sentimenti locali, che non rappresentano».
In queste ore perfino Rocco Pignataro, cognato del presidente della Provincia Enzo Divella e parlamentare dell´Udeur, bussa alla porta del Pd per ottenere uno scranno a Montecitorio.
«Dovrebbe innanzi tutto, aderire al Pd e poi, se il suo nome saltasse fuori dalla consultazione di marzo, sarebbe preso in considerazione. La politica in ogni caso è più complicata delle relazioni fra parenti».
Nichi Vendola invece non aderisce al Pd, ma scenderà in campo per darvi filo da torcere?
«Non lo farà, sono sicuro, giacché favorirebbe la Cosa rossa e basta: sarebbe come prendere in giro tutto l´elettorato del centrosinistra che lo ha votato nel 2005 e, questo atteggiamento, Nichi non se lo perdonerebbe».
Sarà difficile conciliare le aspirazioni che un po´ tutti in queste settimane manifestano più o meno velatamente?
«Parlo da ex pm antimafia: è molto più facile chiedere l´ergastolo per un delinquente, che scegliere un deputato o un senatore».

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