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venerdì 25 aprile 2008

Berlusconi: "Da premier non lavorerò con Rutelli" Silvio attacca. Veltroni: inaccettabile.

Il Cavaliere con Alemanno: "Scopa nuova scopa bene". "L´ex sindaco è un voltagabbana". Da Storace un appello al voto per l´ex amico di partito.
(Giovanni Vitale - La Repubblica) Sarà difficile per Palazzo Chigi collaborare con Francesco Rutelli al Campidoglio. Parola di Silvio Berlusconi. Che, a tre giorni dal ballottaggio, attacca a brutto muso il candidato del centrosinistra, accendendo le polveri di una campagna elettorale ormai considerata la madre di tutte le battaglie. Tanto da mobilitare non solo gli eserciti locali, ma tutti i leader nazionali: Fini, oltre al Cavaliere, per Gianni Alemanno che intanto incassa il sostegno di Storace; Veltroni e D´Alema per il vicepremier.
Al mattino è Berlusconi a partire all´attacco, bollando Rutelli come «un voltagabbana». Gli rimprovera di essere stato amico di Craxi e di averlo poi abbandonato, «un mangiapreti» che però «adesso va a messa anche due volte la domenica». Ecco perché è «ora di spalancare le finestre e introdurre aria nuova», esorta il premier in pectore, «dopo un po´ bisogna cambiare perché "scopa nuova scopa bene"» scherza. Mentre eleggere l´uomo del Pd significherebbe «nessun cambio e le solite amicizie con gli amici degli amici». Da qui la conclusione: «Sarà molto difficile la collaborazione con un sindaco del genere; poi magari ci sarà. Ma con una giunta diversa, con un sindaco diverso, sarà più facile». Gianni è il suo nome, Alemanno il cognome: «Un cane da polpacci» lo definisce il Cavaliere.
Frasi inaccettabili per il segretario democrat che della capitale è stato sindaco sino a due mesi fa: «Berlusconi minaccia di non collaborare con Rutelli. È un atteggiamento istituzionalmente inaccettabile», tuona. «Le istituzioni non hanno colore, esse devono servire i cittadini. La verità è che la coalizione di Berlusconi vuole un sindaco "dipendente" e non chi, come Rutelli, può tutelare con autonomia e indipendenza una città come Roma». Tesi fatta sua da Massimo D´Alema: «È importante che al Campidoglio vada Rutelli. Un sindaco che garantisce l´autonomia della capitale e che ne difenderà il prestigio e gli interessi, anche nella dialettica con il governo nazionale. Mentre l´altro sarebbe più l´emissario dell´esecutivo di destra che non un sindaco capace di difendere i romani». Ma Alemanno non ci sta a farsi dare del sottoposto: «Veltroni non può dire queste sciocchezze», s´infuria, «Roma mi conosce bene e sa quanto sono indipendente». Subito soccorso da Gianfranco Fini: «Rutelli è una salma politica. Un´azione congiunta governo-Campidoglio potrebbe avviare a soluzione i molti problemi della capitale».
Scintille che per tutto il giorno hanno incendiato la polemica. Soprattutto fra big. Parlando prima di Rutelli nel cortile di un caseggiato nel quartiere Prati, D´Alema cannoneggia il presidente di An: «Non vorrei fare la fine di Fini: era un leader, è diventato un intrattenitore». Allusione chiara al comizio del Pdl al Colosseo, quando Berlusconi arrivò con un´ora di ritardo e ringraziò il "delfino" per avergli scaldato la platea. L´ultimo atto del tour elettorale tra il mercato di Trionfale e l´attiguo centro anziani. «Siamo preoccupati che la marea nera travolga anche la città di Roma», arringa la folla il ministro degli Esteri. A maggior ragione dopo l´indicazione di voto pro-Alemanno arrivata ieri dalla Destra e dalla Fiamma Tricolore. «Non un gran guadagno per il mio avversario» chiosa Rutelli, «visto che Storace, nei cinque anni alla Regione Lazio, non ha lasciato rimpianti ma un po´ di inchieste giudiziarie aperte».

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