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mercoledì 16 aprile 2008

Disfatta a sinistra, il movimento gay riflette.

(Christian Poccia - Babilonia La disfatta nell’ultima tornata elettorale di Sinistra Arcobaleno e Partito Socialista, i soli a fare dei diritti gay uno dei punti fondanti del proprio programma, segna una sconfitta anche per gran parte del movimento omosessuale italiano, che soprattutto nella formazione bertinottiana aveva riposto timide speranze.
Le due liste non sono riuscite a superare infatti lo sbarramento necessario a ottenere la rappresentanza parlamentare e per la prima volta nella storia della Repubblica socialisti e antagonisti di sinistra resteranno fuori da Camera e Senato.
Un risultato che ha innescato le prime riflessioni nella comunità gay. «Bisogna prendere atto – ha detto Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay - che l’elettorato ha dato indicazioni precise.
La scomparsa della Sinistra Arcobaleno e dei Socialisti dal Parlamento, il limitato risultato del Pd pongono a noi e, a tutti i movimenti sociali, di libertà e di conquista di nuovi diritti, il tema di quale tipo d’interlocuzione interpretare nel futuro».
Un futuro che il responsabile attualità di Babilonia, Mario Cirrito non vede affatto roseo. Tanto che in una lettera aperta a Mancuso e alla presidente di Arcilesbica avanza una proposta per salvare almeno una rappresentanza politico-sociale, anche al di fuori del Parlamento: «Franco Grillini (che non siederà più alla Camera, ndr) – scrive Cirrito - potrebbe e dovrebbe essere la testa di ponte tra noi e la società; tra noi e la politica, i sindacati, la gente e quella parte cattolica importante che non stila proclami comportamentali tra gli stucchi vermigli dei palazzi apostolici. Potrebbe essere il nostro Zerolo se non abbiamo la presunzione di farne il nostro Zapatero».
Un invito al dialogo, quello del giornalista, che passa attraverso una condizione precisa: «Basta con tutto quello che è accaduto in questi mesi tra voi e altre associazioni, basta con mire personalistiche che allontanano le militanze e si finisce per essere gay o lesbiche in nome di un desiderio o di una frequentazione di locali a target omosessuale». «Se ci sono riusciti in Europa – domanda Cirrito - perché noi no?»

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