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martedì 15 aprile 2008

Elezioni. Non solo al nord, la Lega sfonda la linea del Po.

Sei onorevoli in Emilia. "E ora Guazzaloca ha meno chance". Il Pdl non va oltre la somma dei voti di FI più An. "Non lasceremo il tema immigrazione".
(Luciano Nigro - La Repubblica, edizione di Bologna) «Ora a Bologna e in Emilia le cose cambieranno grazie alla Lega Nord. Guazzaloca, per esempio, oggi ha meno possibilità di essere candidato. Se vuole farlo deve togliersi di dosso quel macigno di Casini, altrimenti ci resta schiacciato sotto». Giovanni Alessandri non sta nei panni. Esce da TelePadania, sotto un mezzo diluvio, ma è come se splendesse il sole. Il Carroccio lungo la via Emilia raddoppia i voti rispetto a due anni fa e sfiora i massimi storici: sfiora il 4% a Bologna, come nel ´96 dei primati, il doppio rispetto all´1,88% di due anni fa, e ingaggia uno spalla a spalla con l´Udc di Pierferdinando Casini; in Emilia-Romagna viaggia oltre il 7% (poco meno dell´8,1% di 12 anni fa), ma è saldamente la terza forza politica, come in Italia. L´onda leghista arriva al 14% nel piacentino, al 10% nel parmense, sfiora, all´otto a Reggio e Modena. E in Parlamento andranno in sei, quattro deputati e due senatori. «Un altro record», dice Alessandri. Da dove viene questa pioggia di voti? «Siamo stati tra la gente, con coerenza e abbiamo preso consensi a destra e a sinistra. Che cosa faremo ora? Ci siederemo al tavolo della coalizione e ragioneremo, da forza di governo che vuole cambiare». A Roma i leghisti portano assieme ad Alessandri il parmense Fabio Ranieri, il romagnolo Gianluca Pini e, se Umberto Bossi opterà per altre circoscrizioni, anche il piacentino Massimo Polledri. Al Senato, se Roberto Castelli si farà più in là oltre a Giovanni Torri entrerà la vicesindaco di Lampedusa Angela Maraventano.
Altrettanto raggianti gli alleati del Popolo delle Libertà. Dalle urne per il Senato esce una sostanziale conferma del 29,1% di due anni fa. Ma i posti alla Camera e al Senato saranno molti di più. Nove senatori e «15 o 16 deputati», azzarda Filippo Berselli, uscendo da palazzo d´Accursio. «Questa volta in Comune c´ero solo io - racconta il coordinatore di An - erano scomparsi tutti: Ds, sinistra Arcobaleno, Udc, dove sono andati a finire?»i. E se anche il Pdl al Senato non avanza in Emilia, Berselli vede «un problema politico di fondo: il Pd ha cannibalizzato la sinistra Arcobaleno, che cosa accadrà a Bologna e nei comuni e nelle province che votano l´anno prossimo?». Già e Guazzaloca ha ancora qualche chance, Berselli? «Casini ha detto che alle amministrative correrà con noi. Di Guazzaloca parliamo dopo aver festeggiato la vittoria, per ora voglio notare che l´Udc ha il 4%: si è voluta contare, ora credo i numeri peseranno».
Le reazioni più misurate in casa di Forza Italia. Il deputato Fabio Garagnani parla di «tranquilla tenuta del Popolo delle Libertà», un´espressione che fotografa la conferma dei risultati precedenti, e aggiunge: «Non lasceremo alla Lega il tema dell´immigrazione e all´Udc i valori del cattolicesimo».
Più che al numero dei voti, in Emilia-Romagna, dove il Partito democratico resta di gran lunga la forza maggioritaria, per il centrodestra contano gli eletti. Ed è proprio a questo risultato che in queste ore guardano i candidati. Il Pdl che porta a casa sette senatori (Giovanardi, Berselli, Bettamio, Bianconi, Balboni, Palmizio e Maria Ida Germontani) e i «15-16 deputati» deputati su scommette. Una profezia alla quale si attaccano in molti. Se si avvererà entreranno alla Camera anche Isabella Bertolini, Giuliano Cazzola e, forse, Francesco Mottola considerati fino a ieri ad altissimo rischio.

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