banda http://blografando.splinder.com

mercoledì 2 aprile 2008

“Menomale che Silvio c’è”, la nuova frontiera della personalizzazione.

(Sfera pubblica) Gelatai, panettieri, muratori, operatori di call center: nel video “Menomale che Silvio c’è” vengono riprese varie categorie di lavoratori che annunciano, nel motivetto di sostegno a Berlusconi, la loro appassionata dichiarazione di voto. Lo spot, caricato sul sito votaberlusconi.it, rappresenta una nuova frontiera della personalizzazione della comunicazione politica in Italia. Difatti, i protagonisti del video chiamano il leader del Pdl con il nome di battesimo, instaurando un legame confidenziale, che esula da qualsiasi appartenenza partitica e che si indirizza verso un rapporto diretto tra attore politico ed elettore. Peraltro il simbolo del partito compare solo per pochi secondi, ossia nella scena dei tassisti che intonano la canzone, mostrando con il logo del Pdl sulle loro auto.

Appartenenza. I sostenitori di Berlusconi appaiono come una collettività ben affiatata, ispirando la sensazione di comunità vera, nutrita da passioni e interessi comuni. Il sentimento di appartenenza si inserisce, quindi, nel solco del patriottismo, nel momento in cui all’interno dello spot viene inquadrata dall’alto una folla che innalza una lunga bandiera tricolore.

Sogno. La dimensione del sogno è costantemente presente nel messaggio lanciato dal video: ne consegue che Berlusconi è l’unico protagonista di una nuova speranza per il futuro. Il leader del Pdl, dunque, si pone in continuità con l’immagine proposta sin dalla sua discesa in campo, proponendosi come l’uomo in grado di risollevare le sorti di un Paese in crisi. Il titolo, in tal senso, è molto eloquente: il “Menomale che Silvio c’è” lascia intendere che la sua assenza sarebbe un handicap insopportabile.

Personalizzazione. L’aspetto fondamentale per quanto concerne la comunicazione politica è la definitiva personalizzazione del messaggio politico: l’identificazione tra elettore-sostenitore e leader politico è pressoché totale, tanto da condurre a un rapporto confidenziale che fa chiamare “Silvio” il candidato-premier del centrodestra, come, sul versante opposto, accade nel video i’m Pd, realizzato per Veltroni.

Nessun commento:

Articoli correlati