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lunedì 3 marzo 2008

Patacche. “Per me c’è solo Bologna”. Grillini: Non mi candido più a sindaco di Roma.

(Luca Molinari - Il Domani di Bologna) Franco Grillini non sarà il nuovo Ernesto Nathan, ma cercherà di essere il nuovo Andrea Costa: il primo socialista a bolognese a sedere sui banchi di Montecitorio. Annunciata a furor di popolo, la candidatura dell’ex diessino a sindaco di Roma è rientrata. “Contrordine compagni” avrebbe ironizzato Giovannino Guareschi. Il motivo è molto semplice: il Psi di Roma ha deciso di apparentarsi con Francesco Rutelli, il candidato a sindaco della Capitale appoggiato da tutta l’Unione. Tra i motivi del cambio di rotta c’è di tutto: da una convergenza politica a un calcolo elettorale: con l’1,5% (tanto ha preso a Roma il Psi alle ultime elezioni) se si è coalizzati con il vincitore si elegge un consigliere, se si corre da soli e se anche (come poteva essere con Grillini) il proprio candidato strappa un bel risultato, si resta fuori dal Campidoglio. E allora i socialisti romani hanno deciso che un posto in consiglio comunale val bene Rutelli (e una messa) e hanno fatto fronte comune con Pd, Sinistra arcobaleno e liste civiche varie. Grillini non si è offeso più di tanto. Ha pensato ai soldi risparmiati per coprire Roma di manifesti e si è buttato anima e corpo nella sfida politica del 12 e 14 aprile. Franco “il sindaco d’Italia” sarà capolista in cinque circoscrizioni e punterà a raccogliere tutti i voti laici, anticlericali. Dai diessini che non reggono la Binetti ai Radicali che si sentono disorientati a sedere nello stesso partito di Rosy Bindi. Insomma, il classico “lavorare ai fianchi” che ha sempre caratterizzato i partiti minori. A prima vista l’operazione sembra impossibile. Schiacciato tra Pd e Pdl, il piccolo Psi sembra ben lontano dal ripetere i fasti del partito di Nenni e Craxi. Eppure c’è l’effetto sorpresa: per fare il 4% alla Camera bastano un milione e duecentomila voti. Di suo il Psi ne ha 900.000. I restanti 300.000 sono tutti da trovare, ma con i sondaggi che danno ormai stabile il gap tra Pdl e Pd sul 6% a favore della destra, il Psi punta tutto sull’identità laica e di sinistra, sperando che in tanti tra chi si era rassegnato a dare a Veltroni un “voto utile”, nel segreto dell’urna senta la sirena della laicità e del diritto del lavoro.

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