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sabato 5 aprile 2008

I gay di sinistra sbaraccano dal Pd. Piomboni presidente dell'Arcigay di Firenze lascia .

(Dire) Il presidente di Arcigay Firenze Francesco Piomboni "Il giglio rosa", eletto capolista alle primarie del Partito Democratico con la lista "A Sinistra per Veltroni" per il colleggio 4 della Toscana, lascia lo schieramento che vuole Veltroni presidente per le prossime elezioni del 13 e 14 aprile.

Il Pd, spiega oggi Piomboni, "e' un partito che mi ha deluso profondamente, cosi' come la lista 'A Sinistra per Veltroni' di Firenze". E' stato usato il nome di Arcigay Firenze- accusa- "finche' poteva far comodo per la campagna elettorale delle primarie, dopodiche', non appena si e' parlato di organizzare iniziative concrete, e non di facciata, in reale favore dei diritti civili e delle coppie omosessuali, in cui venissero prese posizioni chiare e favorevoli in merito al riconoscimento della parita' dei diritti per le persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), tutti hanno cominciato a eclissarsi dietro iniziative-fantasma in cui facevano da padrone, come sempre, solo le parole e mai i fatti". Ora- aggiunge- "non ci sto piu'. Ritengo che speculare su associazioni che si battono per i diritti civili e su persone che sperano in un'Italia migliore sia la cosa peggiore che un partito puo' fare".

Come associazione e come singolo, dice ancora il presidente dell'Arcigay di Firenze che oggi lascia il Partito democratico, "eravamo stati coinvolti dalla lista 'A Sinistra per Veltroni' di Firenze per una serie di iniziative politico-sociali, ma non appena Arcigay Firenze aveva chiarito che 'non firmera' assegni in bianco alla sinistra' (come recitava il titolo di una recente mia intervista sul bollettino 'A sinistra News' (www.goleft.it)), concordando con la 'linea dura' di Arcigay nazionale, per un caso fortuito del destino, come associazione lgbt, siamo stati esclusi da ogni dibattito pubblico".

Aggiunge Piomboni: "Mi ero candidato a titolo personale perche' avevo intravisto un'iniziale volonta' dei rappresentanti fiorentini del Pd di portare sul tavolo di discussione provinciale, regionale e nazionale i temi della lotta contro l'omotransfobia, dell'estensione al matrimonio per le coppie omosessuali, di una regolamentazione equivalente al matrimonio per le coppie conviventi". Sembrava tirasse un'aria "diversa, di vera innovazione. Purtroppo mi sbagliavo". "Sono sempre piu' amareggiato dalle dichiarazioni omofobe, quantomai preoccupanti, di alcuni candidati del Partito Democratico, per ultime quelle del generale Del Vecchio, cosi' come sono stanco dei giri di parole e delle finte promesse, anche da parte di alcuni esponenti della politica locale".

Conclude la nota: "Mi auguro solo che le tante lesbiche e i tanti gay di questo Paese non commettano l'errore di credere nelle finte promesse, da qualunque parte esse arrivino".
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La Concia e Benedino specchietti gay per le allodole. "Consiglio di ritirarsi dal Pd anche altri, come ho fatto io".
(Dire) "Concia e Benedino ultimo specchietto per le 'allodole gay' del Pd", "ho il sospetto che Paola Concia e Andrea Benedino possono fare ormai ben poco per tutelare gli omosessuali persino all'interno del Pd, figuriamoci al governo del paese". Cosi' il presidente dell'Arcigay di Firenze (che oggi ha annunciatola sua separazione dal Pd) Francesco Piomboni, attacca Paola Concia portavoce del tavolo nazionale degli omosessuali del Partito democratico (Pd) e Andrea Benedino, portavoce nazionale Gayleft ai microfoni di Ecotv (Sky906).

"Sono deluso ed amareggiato di come il Partito democratico ha trattato e sta trattando la questione omosessuale- spiega Piomboni- personalmente sono stato usato dal Partito Democratico con finte promesse da parte di alcuni esponenti del partito. I miei sospetti- continua il presidente di Arcigay di Firenze- sono iniziati quando alcuni candidati che avevano precedentemente espresso dichiarazioni omofobiche, sono stati inseriti in posizioni eleggibili". È per questo, conclude Piomboni "che io e la mia associazione ci siamo tirati indietro e consigliamo ad altri di fare altrettanto

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