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domenica 13 aprile 2008

La 'ndrangheta sul voto degli italiani all'estero: Dell'Utri coinvolto?

Ad affermarlo è il sito internete di Repubblica, ma il parlamentare smentisce: nessun avviso di garanzia.

(La7) Secondo il sito internet di Rrepubblica, sarebbe Marcello Dell'Utri il parlamentare coinvolto nelle vicenda dell'intervento della 'Ndrangheta sul voto degli italiani all'estero. Dell'Utri ha dichiarato all'agenzia Ansa di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. "Dell'inchiesta - ha aggiunto - ho letto sui giornali", spiegando poi: "non conosco personalmente Aldo Micchichè ma l'ho sentito per telefono, lui si è offerto di occuparsi dei voti degli italiani all'estero" e l'ho messo in contatto con Barbara Contini, ex governatore di Nassiriya, candidata per il Popolo della libertà al Senato in Campania. Dell'Utri ha respinto qualsiasi ipotesi di coinvolgimento in vicende di presunti brogli: ''stiamo scherzando? stiamo dando i numeri! se vogliono sollevare un polverone elettorale, io questo putroppo non lo posso impedire".
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Il senatore FI «Il mio nome è uscito e nessuno mi ha notificato nulla. Solo contatti telefonici con Miccichè».
«Una storia vergognosa, tutta elettorale Le spese sono tante ma mai parlato di soldi»
(Felice Cavallaro - Corriere della Sera) Per Marcello Dell'Utri i «veleni» calabresi sono «una vecchia storia che si ripete puntualmente». Con il suo consueto glaciale aplomb esclude ogni coinvolgimento nella manovra delle 50 mila schede pilotate da Miccichè il venezuelano: «Bugie. Spazzatura. Assurdo che esca il nome e nessuno mi abbia notificato niente, né fatto sapere qualcosa in via ufficiale o informale. Niente di niente. Solo il tam tam dei giornali. Ancora una volta. Come sempre ».
Resta sotto i riflettori adesso il suo rapporto con un altro Miccichè...
«Sì, un altro. C'è solo una omonimia con il Miccichè siciliano. Ma non c'è niente di male. È una persona conosciuta per lavoro ».
Dove vi siete incontrati?
«Mai visto. Solo contatti telefonici. Perché lui si occupa di petrolio in Venezuela. E alcuni miei amici russi con una filiale a Milano mi hanno chiesto di fare da contatto per un'eventuale fornitura».
Lei che c'entra col petrolio?
«Niente, ma sono amico di questi russi. E non c'è niente di losco. O no?»
Non capita a tutti di occuparsi di petrolio.
«Magari fossi petroliere. Io ho solo messo Miccichè in contatto con suoi possibili clienti».
Come conosceva questo Miccichè?
«Ma è notissimo. Lo sanno tutti che aveva un ruolo importante nella Democrazia cristiana».
E un giorno cominciate a parlare di voti?
«Indette le elezioni, mi telefonò: "Bisogna occuparsi del voto italiano". Va bene. E lo metto in contatto con Barbara Contini, cioè con una persona di altissimo livello che per noi si occupa del voto degli italiani all'estero».
Le è mai capitato di parlare per telefono di 200 mila euro da sganciare a Miccichè per l'interessamento?
«Mai parlato di soldi con me. Forse ci saranno state delle spese. In fondo, suppongo, occupandosi di questa materia in un'area tanto vasta, bisogna viaggiare, prendere aerei, affrontare costi di pranzi, biglietti, alberghi... Ma io ho solo incaricato la nostra responsabile ».
Appunto, la Contini?
«Sì, la bravissima Contini che tanto bene lavorò a Nassiriya con il nostro contingente impegnato a favore della popolazione irachena.
Aleggia il dubbio di uno scambio fra 200 mila euro e 50 mila schede...
«È una volgare insinuazione, una conclusione gratuita di cui nulla so. E poi chi avrebbe garantito il buon esito di un simile commercio? È una evidente boutade elettorale. Una vicenda poco chiara. E non voglio aggiungere altro. Il fatto che poi venga fuori il mio nome gratuitamente è una vergogna. Non mi piace questa storia».
Arriva dopo quel suo giudizio su Vittorio Mangano, lo «stalliere », da lei definito un eroe.
«Altra brutta storia strumentalizzata. Quello è un fatto umano. Mangano, non dicendo le bugie che volevano fargli dire contro me e Berlusconi, ha avuto un comportamento eroico. Quindi, potrebbe anche essere il più grande delinquente del mondo, ma non piegandosi diventa un martire».
Sempre antipatico il confronto con gli eroi veri.
«Il mio non era un giudizio di merito. Non lo metto a confronto con gli eroi della Repubblica. Dico solo che è un martire, senza fare l'apologia di niente e di nessuno».
Veltroni l'ha criticata leggendo nelle sue parole un messaggio trasversale, forse inviato a qualcuno...
«Veltroni e altri sono in malafede, hanno una mente strana, ma non voglio rispondere con le parolacce mentre entriamo in cabina elettorale...».

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