Così titola un articolo, pubblicato il 12 aprile dall’ Economist, sulla campagna elettorale di Berlusconi e sui possibili orizzonti politici. Lo chiamano “il giullare”. Mi auguro che nessun rappresentante della destra ci venga a parlare di “prestigio internazionale”. Così la stampa internazionale parla di noi e del nostro attuale candidato premier. Eccovi la traduzione completa.
(Anonimo italiano *) I più grandi rischi, quando l’Italia voterà per le elezioni politiche il 13 e 14 Aprile, Silvio Berlusconi se li è creati da solo. Per dieci settimane dopo la caduta del governo di Romano Prodi il 24 Gennaio, il magnate-politico è riuscito a tenere per sè le sue più eccessive battute. Con gli indicatori economici che peggiorano rapidamente, e l’Italia quest’anno stima ancora una volta di ottenere performances inferiori a quelle europee, pochi Italiani hanno voglia di scherzare.
Berlusconi se l’è giocata con cautela e sembra avere la possibilità di diventare Primo Ministro per la terza volta in 14 anni. Il suo movimento, il Popolo della Libertà, era avanti nelle statistiche, quando l’ultimo sondaggio di opinione venne pubblicato il 28 Marzo (la legge italiana proibisce la pubblicazione di sondaggi nelle ultime due settimane di campagna elettorale).
La maggior parte degli scherzi di Berlusconi sono sciocchi (la rivendicazione di saper parlare latino abastanza bene da poter pranzare con Giulio Cesare) o sessisti in un modo che non è sembrato arrecargli danno (la sua opinione che le donne di destra sono più attraenti di quelle di sinistra). Ma l’8 Aprile, un lato più sinistro è riemerso quando Berlusconi ha detto che i Publici Ministeri, come quelli che lo inseguirono per i tribunali fin dall’inizio degli anni ‘90, dovranno sottoporsi ogni anno a perizie sulla salute mentale. Il suo principale avversario, Walter Veltroni del Partito Democratico di centro-sinistra, gli ha chiesto un’assicurazione sulla lealtà alle istituzioni dello Stato.
Un’interpretazione - non di certo rassicurante - fu che Berlusconi stava tentando di spostare l’attenzione da una molto più allarmante sparata di un suo alleato, Umberto Bossi, il leader della Lega Nord. Bossi ha detto che i suoi elettori potrebbero imbracciare le armi per ciò che egli sosteneva essere un tentativo del centro-sinistra di confondere gli elettori con schede di voto eccessivamente complicate. Gli eccessi retorici di Bossi sono leggendari e non vengono normalmente presi in gran considerazione, ma come quelli di Berlusconi, mandano un messaggio subliminale di indifferenza alle leggi Italiane.
Ironicamente le schede elettorali sono, in realtà, il prodotto di una legge redatta proprio da uno dei vice di Bossi e fatta passare dall’ultimo governo Berlusconi nel 2005. L’autore della legge, Roberto Calderoli, l’ha imperturbabilmente definita una “porcata”(in italiano nel testo inglese, n.d.t.), approssimativamente “un cumulo di immondizia”. Questa legge ha incoraggiato la frammentazione politica e, anche se ha permesso una chiara maggioranza al Parlamento, ha minimizzato le possibilità di una maggioranza al Senato. I critici sostengono che Berlusconi abbia adottato questo sistema perché sapeva che avrebbe perso le elezioni del 2006 e ha voluto indebolire il suo successore.
Se è vero, c’è riuscito. Il governo di centro-sinistra di Prodi si contorse per due anni con una maggioranza minima o inesistente. Ma, avendo respinto un’offerta di Veltroni per riformare la legge elettorale, Berlusconi, se vince, potrà restare fregato dalla sua stessa porcata (in italiano nel testo inglese, n.d.t.)[*] e presiedere un altrettanto instabile governo.
[*] Il testo originale è “hoist by his own porcata” che richiama ironicamente un’espressione idiomatica inglese: “hoist by his own petard”, letteralmente “appeso al suo stesso petardo” che si può tradurre con “fregarsi con le proprie mani”.
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