(Barbara Mennitti - Ideazione) Campagna elettorale moscia? Non devono averlo pensato gli abitanti del Municipio X di Roma, per l’esattezza dei quartieri Appio, Tuscolano e Cinecittà, che in queste mattine sono incappati nei manifesti elettorali della candidata Milly D’Abbraccio. In corsa nelle liste del Partito socialista di Boselli, l’ex attrice hard ha scelto una chiave inedita, almeno in politica, per colpire gli elettori. Il suo slogan è “Basta con queste facce da c...” (su alcuni manifesti senza i puntini di sospensione) e, fedele al motto, non propone il suo volto sui manifesti ma un’altra sua parte anatomica, forse altrettanto nota ai suoi fan. Insomma, per essere chiari, sui manifesti elettorali campeggia l’ammiccante fondoschiena senza veli della D’Abbraccio (o almeno si presume che sia lei), mentre con una mano guantata di rosso si sfila un paio di calze a rete. Non si sa se gli abitanti del Municipio si siano scomposti, se abbiano trovato la pensata più ironica o oscena e se la D’Abbraccio abbia guadagnato qualche voto. Pare però che si siano scomposti, e anche molto, i vertici del Partito socialista, che in una nota affermano che il manifesto in questione “rappresenta una scelta autonoma di un candidato circoscrizionale di Roma, e per stile e contenuto non è assolutamente conforme alle linee e alla tradizione del nostro partito”, augurandosi che la candidata abbia il buon gusto di rimuoverli al più presto. L’interessata conferma, i manifesti li ha fatti stampare lei e a sue spese. Ma di rimuoverli non se ne parla nemmeno, la D’Abbraccio vuole continuare a puntare sul “fattore C”.
Ma insomma, c’è poco da scandalizzarsi. Sesso e politica sono da sempre un binomio che si coniuga spesso e volentieri nelle forme più svariate e non solo dalle nostre parti. Dai festini a luci rosse di qualche politico che di tanto in tanto riempiono le cronache dei quotidiani, all’elezione nella Camera dei deputati della pornostar Ilona Staller, questo Paese è abituato a tutto. Forse persino ad un candidato che parla di valori cristiani, salvo poi scoprire che è in qualche modo legato all’industria del cinema porno. E’ quanto è successo ad Andrea Verde, residente a Parigi, in corsa nelle liste del Pdl, circoscrizione Europa. A dire la verità, Verde non colpisce certo per l’aspetto fisico. Cicciottello, pelato, con gli occhiali, tutto sembra fuorché uno stallone e nessuno avrebbe fatto caso alla sua candidatura se il Sole 24 ore del 19 marzo non gli avesse dedicato un trafiletto intitolato: “Da Parigi un candidato hard”. Nella breve, il quotidiano descrive Verde come “produttore di film apprezzatissimi dalla Turchia all’Indonesia” pluripremiati nella pornorassegna Venus Paris. Il tutto però, scrive sempre il Sole, non compare nella biografia del candidato, celato sotto la pudica dicitura “dal 2000 opera nel settore delle comunicazioni”. E che di comunicazioni si tratti non c’è alcun dubbio.
I giornali tradizionali, persi dietro alle dichiarazioni di Veltroni e Berlusconi, non trovano particolarmente solleticante la notizia, e Verde se la cava con qualche dichiarazione simpatica, affermando di essere stato un semplice amministratore per una società di produzione cinematografica. Ma i blogger, si sa, sono di un’altra pasta e in amore, in guerra e in campagna elettorale tutto è lecito. Così parte una specie di caccia al Verde su internet, che qualche volta sfiora toni da crociata moralistica ma, in sostanza si tenta di inchiodare il candidato alle sue responsabilità. Al momento basta una breve ricerca su un qualsiasi motore, per avere una panoramica non solo delle pellicole cinematografiche alle quali, in un modo o nell’altro, Verde è associato (purtroppo i titoli non sono ripetibili), ma anche una discreta galleria fotografica del candidato (che però, dal nostro modestissimo pulpito, vi sconsigliamo di visionare) e forse quelli armati di migliore volontà riusciranno anche a farsi un’idea, se la questione li appassiona. Verde dal canto suo, risponde sui blog, mantiene ferme le sue posizioni e dichiara di essere vittima di una specie complotto, di non avere niente a che fare con molti dei siti a lui collegati e invita tutti al dibattito sul suo sito. Chi ha ragione? Ancora non è chiarissimo. L’unica cosa certa è che Verde sta raggiungendo vette di notorietà che nessun film porno gli avrebbe mai concesso.
domenica 13 aprile 2008
Nudi alle urne.
Etichette:enrico boselli,manifesti,pornografia,propaganda,socialisti
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