E’ presto per affermare che già trovino conferma i timori della vigilia, vale a dire una grossa flessione di votanti causata dalla disaffezione alla politica e dalla sfiducia per il cosiddetto sistema Veltrusconi (tutti uguali quindi che voto a fare?) Certo che il trend appare subito negativo, se mi consentite una delle mie citazioni morettiane preferite.
Frattanto tutti i TG del primo pomeriggio si distinguevano per l’ansia di riempire il palinsesto abbandonato dalla politica. Su TG5 e TG2 abbiamo assistito ai servizi più comici, come la tale che ha scritto un necrologio sul Mattino parlando (di monnezza) coi morti, per non parlare della gita di Sofia Loren a Singapore o i 90 anni di Santi Licheri. Poco rilievo è stato invece dato a quella che mi pare la maggiore fonte di apprensioni, vale a dire il contrassegno “appiccicato” dei due principali schieramenti.
Avevamo già parlato la settimana scorsa del rischio di annullamento del voto causato dalla grafica della scheda elettorale, ma forse non ci siamo soffermati sufficientemente sul fatto che solo PD e PDL hanno apparentato una lista, rischiando così un disastro di preferenze annullate. Mentre infatti le altre liste rischiano solo che la crocetta debordi su un altro quadrato (ma il voto è palese, quindi un presidente di seggio sano di mente dovrebbe ritenerlo valido) i due colossi si ritrovano Di Pietro e Lega attaccati, col rischio che un “crocione” che prenda entrambi i quadratini equivalga a un annullamento della scheda stessa.
Per quanto possa sembrare incredibile che non ci abbiano pensato prima, chi li voglia votare farà bene a farlo, stando attentissimo ai movimenti della propria matita. Temo comunque forti contestazioni la settimana prossima, specialmente in caso di arrivo in volata.
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